Cerca

L'intervista

La musica e il golfo di Gaeta, Umberto Scipione si racconta

Quattro nomination ai David di Donatello e la vittoria ai World Soundtrack Awards. Il compositore: «Quello che mi hanno insegnato le sette note, la vita e mia madre»

La musica e il golfo di Gaeta, Umberto Scipione si racconta

Compositore raffinato già forte di ben quattro nomination ottenute in Italia ai David di Donatello, nell’ottobre dello scorso anno il Maestro Umberto Scipione è entrato nel firmamento dei più grandi vincendo il World Soundtrack Award (unico italiano nominato), premiato dal pubblico per la colonna sonora originale del film “La guerra dei nonni” pubblicata da FM Records.È un grandissimo traguardo per un professionista sensibile come Scipione, sempre in prima linea, innamorato delle sette note ma anche della sua terra e della sua gente, legato alle radici e ai luoghi meravigliosi del Golfo di Gaeta.


Maestro Umberto Scipione, attualmente è impegnato nella composizione della colonna sonora di una importante serie televisiva mentre prosegue la bellissima tournée internazionale del suo spettacolo nuovo, Italian Soundtracks in the World. Da dove la prende tutta questa energia?
«Dalla passione per la Musica, è la mia linfa vitale. Se, come può succedere a tutti, le energie calano lei mi fa rinascere. Quando compongo non esiste né notte né giorno. Ho una resistenza senza limiti».


Vincitore del World Soundtrack Award 2024, titolare di quattro Nomination ai David di Donatello e della Nomination al  Siae Music Award, recentemente sappiamo che è stato ospite in Cina nella prestigiosa Jiazi Philharmonic Halle dell’Hong Kong International Film Festival. Quali progetti la portano in Oriente?
«Il World Soundtrack Award 2024, uno dei premi più importanti al mondo per le Colonne Sonore, ha rappresentato una tappa fondamentale della mia carriera artistica. Mi ha regalato una grandissima soddisfazione. Al contempo mi ha aperto nuovi orizzonti sia nel panorama del Cinema che nei circuiti concertistici nazionali e internazionali. In particolare in Oriente ho sentito un grande interesse per la mia Musica che sta determinando nuovi scenari per il mio lavoro di compositore di colonne sonore e anche per il mio nuovo concerto spettacolo».

Applaudito nel mondo, lei mantiene forte e immutato il suo legame con il Golfo di Gaeta.
«Sono nato a Formia ma ho vissuto a Gaeta gran parte della mia gioventù, per questo tutto il Golfo è la mia Patria! Ed è la mia prima fonte d’ispirazione con i suoi luoghi storici dove ritrovo le mie radici, i suoi profumi che mi riportano alle emozioni in famiglia, all’abbraccio di mia madre, agli sguardi di mio padre, il suo mare che mi parla di libertà… Una terra e un popolo di cui sento tutto l’affetto. Possiamo ben dire che con me l’espressione latina ‘Nemo profeta in patria’ è stata smentita perché i riconoscimenti che ricevo da questa terra sono tanti e tutti sinceri»


La sua infanzia a Gaeta. C’è un luogo del cuore dove si rifugiava?  E ha un piatto tipico preferito?
«Il mare è sempre stato il mio rifugio, sia visto dall’alto di Monte Orlando che vissuto in spiaggia. Il piatto tipico preferito è scontato: la tiella!»

La Banda Città di Formia è intitolata a suo nonno Umberto Scipione e diretta da suo cugino Filippo Di Maio. Quanta musica ha respirato nella sua vita?
«Nasco in una famiglia di musicisti, mio nonno Umberto, mio padre Roberto, mio fratello Ugo, mia sorella Lara … Tutti musicisti! Respiro musica da quando sono nato. Dirò di più. Non avevo ancora imparato a camminare quando cercavo con tutte le mie forze di salire sullo sgabello del pianoforte per sfiorare quei tasti bianchi e neri che tanto mi incuriosivano perché come per magia producevano suoni».


Si ricorda il momento preciso in cui ha deciso che sarebbe diventato un musicista?
«In realtà non c’è stato mai un solo momento in cui ho pensato di fare un lavoro diverso»

La sua fan numero uno, sempre in prima fila, è stata ed è la sua amata mamma. Che rapporto la lega a lei e qual è l'insegnamento più grande che le ha trasmesso.
«Mio padre mi ha trasmesso l’amore per la Musica, con la delicatezza e la nobiltà d’animo che lo contraddistinguevano. Mia madre era complice nella mia vita. Era il mio sostegno nei momenti più difficili e delicati. Mi ha sempre sostenuto dandomi forza e coraggio. All’età di 24 anni, mentre ero insegnante di ruolo all’Istituto Carducci di Gaeta, ricevetti un incarico annuale al Conservatorio di Musica di Reggio Calabria. Dovevo fare una scelta: lasciare il certo per l’incerto! Mia madre mi disse: ‘Vai! Non ti preoccupare, ci siamo sempre noi con te. Tu devi fare il musicista!’».


Ha sempre mostrato un'anima sensibile e poetica, che cosa proprio non le piace del mondo di oggi?
«Non mi piace il pensiero molto diffuso che oggi tutti possono fare tutto senza anni di studio, di formazione, di impegno e abnegazione. A volte anche senza alcun talento. È giusto che tutti abbiano la possibilità di cimentarsi in ciò in cui ritengono di avere delle abilità o passione, ma per arrivare a definirsi registi, musicisti, attori, giornalisti, scrittori e via dicendo ci vogliono talento, studio, impegno. Da oltre 40 anni insegno in Conservatorio e devo dire che la Riforma che lo ha trasformato in Università non mi piace. Purtroppo ha fatto perdere di vista l’obiettivo primario del musicista: lo studio dello strumento inteso come materia principale. Per definirsi ‘Musicista’ ci vogliono anni e anni di studio, formazione ed esperienza»


In che cosa crede sopra tutto?
«Credo nella famiglia, nell’amore per i figli, nel lavoro serio, nell’amicizia cosa rara e preziosa, nell’amore che è ancora più raro, nella lealtà quale fondamento di ogni relazione umana».


Crede in Dio?
«Sì. Sono cristiano. Ho ereditato da mio padre la consuetudine di andare in chiesa quando non c’è nessuno per raccogliermi ed entrare in rapporto diretto con nostro Padre».


La sua dedizione alla Musica e il suo impegno costante in tal senso, che cosa le ha tolto nella vita privata?
«La Musica, per me, non è soltanto una passione: è un’ossessione. Se per qualche giorno non lavoro, non studio, mi sento mancare. È come un’astinenza che mi consuma. La Musica è per me un’esigenza fisica, viscerale, imprescindibile, una fame che non si placa mai. Questa mia ‘ossessione’, purtroppo, ha fatto sì che in certi momenti la mia vita privata rimanesse in secondo piano. Per me esistono due mondi: il mondo della Musica e il mondo al di fuori della Musica. Con un velo di dispiacere, devo ammettere che questa mia sconfinata dedizione ha talvolta condizionato la mia vita sociale: ho vissuto poco ciò che sta ‘fuori’ dalla Musica, come se tutto il resto fosse solo un’eco lontana».


Ha rimpianti?
«Sì, come tutti, porto dentro di me qualche rimpianto, qualche pensiero su ciò che avrei potuto fare diversamente. Ma in fondo, rifarei tutte le scelte che ho fatto, perché sono quelle che mi hanno reso la persona che sono oggi. Anche gli errori e le rinunce hanno avuto un senso, hanno disegnato il mio cammino e la mia Musica. Non esiste vera vita senza qualche rimpianto… e senza la forza di andare comunque avanti»


E ha rimorsi?
«Riflettendo con sincerità, posso affermare di non avere rimorsi. Ho sempre seguito il cuore, con dedizione e onestà verso me stesso e verso gli altri. Anche le scelte più difficili, persino quelle che hanno comportato sacrifici, le ho vissute fino in fondo, senza voltarmi indietro con amarezza. Forse non tutto è stato perfetto, ma ogni passo è stato vero, e questo mi basta per non portare rimorsi nell’anima».
Dei tanti film, tutti di successo, per i quali negli ultimi anni ha composto le musiche, ce ne è uno che gli è rimasto particolarmente nel cuore?
«Tutte le mie colonne sonore sono dei figli ed è difficile scegliere. Ma c’è un film che ha determinato una svolta professionale e al quale sono particolarmente legato sia per l’aspetto compositivo che per l’importanza che ha avuto nella mia carriera ed è ‘Benvenuti al Sud’».
Lei ha tanti fan, ma da ragazzo di chi lo è stato?
«Ero fan della Musica Classica: da Mozart a Brahms, da Chopin a Tchaikovsky. Sono cresciuto cullato dalle loro melodie, come se fossero la mia prima lingua! Poi, con il tempo ho imparato ad amare la Musica in tutte le sue forme, in ogni sua veste. Sono diventato fan dei Pink Floyd e dei Deep Purple, mi sono perso nella voce intensa di Alanis Morissette, mi sono appassionato al jazz d’autore e alla sua poesia improvvisata. Oggi, dopo tanti viaggi sonori, ho imparato a dividere la Musica solo in due categorie: quella che è bella, e quella che non lo è. E continuo a cercare, ogni giorno, la bellezza in ogni nota».
Da John Williams a Georges Delerue, Nino Rota, Nicola Piovani, Ennio Morricone, Fiorenzo Carpi (... e si potrebbe andare ancora molto avanti...), se dovesse scegliere solo tre nomi tra i grandi compositori di musica applicata, quali sarebbero?
«Nino Rota, John Williams e Alan Silvestri».


E ci spiega anche il perché?
«Per la forte identità espressa dalla loro scrittura compositiva. La marcata peculiarità e originalità che li caratterizza, li individua in modo inequivocabile. La loro scrittura compositiva è un vero marchio d’Autore».


Ha iniziato a suonare molto giovane e oggi ha raggiunto traguardi prestigiosi, che cosa le ha insegnato il suo percorso artistico?
«Mi ha insegnato che dietro ogni traguardo importante ci sono sempre tanto studio, infinita passione e un’enorme dedizione. Il classico colpo di fortuna da solo non basta, né per affermarsi né, soprattutto, per rimanere a certi livelli. È la costanza, giorno dopo giorno, a trasformare il talento in arte e i sogni in realtà».


E la vita?
«La vita mi ha insegnato che tutte le esperienze sono necessarie e tutte contribuiscono alla realizzazione delle persone. Mi ha insegnato a cogliere l’aspetto positivo e formativo in ogni esperienza».


Qual è la sfida più importante che ha vinto?
«Premetto che ogni colonna sonora che compongo è, a suo modo, una sfida. Ma mi piace ricordare quella che seguì Benvenuti al Sud, un film che raccolse ben dieci nomination ai David di Donatello, tra cui quella per la miglior colonna sonora. Dopo quel successo, in molti mi chiesero: ‘E ora, riuscirai a fare il bis?’. Benvenuti al Nord ebbe soltanto due nomination: miglior colonna sonora e canzone originale. Sfida superata alla grande!».


C’è una colonna sonora che avrebbe voluto comporre lei?
«Ce ne sono diverse ma forse tra le più recenti una che mi ha lasciato il segno è quella del Film LA LA LAND»


Qual è il film che ha amato di più?
«De-Lovely, il film musicale del 2004 diretto da Irwin Winkler, con Kevin Kline e Ashley Judd, che racconta la vita del grande compositore americano Cole Porter. Una pellicola elegante e intensa, capace di restituire la poesia, le luci e le ombre di un’anima straordinaria come la sua».


In un aggettivo, per Umberto Scipione la Musica è...
«Eterna»


C’è una frase che oggi è spesso citata: “La Bellezza salverà il Mondo”, ma lei Maestro lo pensa davvero?
«Sì, perché la Bellezza intesa come Arte, Bontà d’animo, Armonia, eleva l’Uomo, lo ispira ad essere migliore, a creare pace non distruzione».


In genere è ottimista o pessimista?
«Ottimista»


Paziente? (sicuramente sì, alla venticinquesima domanda)
«Sì, molto paziente. Talvolta, persino troppo. E riconosco che, in alcune occasioni, questa mia pazienza è stata quasi controproducente… ma fa parte di me, del mio modo di essere e di affrontare la vita».


Quale consiglio darebbe a un giovane di oggi?
«Come dico sempre ai miei studenti in Conservatorio, quando si scopre una vocazione in qualsiasi campo bisogna crederci! Studiare, impegnarsi, perseverare nel raggiungimento dell’obiettivo perché solo così i risultati prima o poi arrivano».


Maestro, dove trascorrerà le sue vacanze?
«Sarà un’estate all’insegna del lavoro, ma come sempre coglierò l’aspetto positivo: recandomi in diverse città straniere, sarà l’occasione per fare anche il turista e vivere qualche momento di relax».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione