Sono stati rinviati a giudizio gli indagati nellâambito dellâoperazione Porto Sicuro, lâinchiesta sullo stoccaggio dei ârottami ferrosiâ provenienti dal basso Lazio e dalla Campania allâinterno dello scalo commerciale di Gaeta.
La decisione
Ieri mattina presso il tribunale di Cassino, davanti al giudice dellâudienza preliminare, Mario Gaudio, sono comparsi - attraverso i loro legali di fiducia - Nicola Di Sarno, lâintermediario siciliano Andrea Di Grandi, il ragioniere Daniele Ripa di Castrocielo e Franco Spinosa di Gaeta.
Solo la settimana scorsa, il primo step con la discussione dei legali Visocchi per Ripa e Iacono per Di Grandi, ieri mattina, invece, la prosecuzione: hanno discusso gli avvocati Macari e Zaza DâAulisio per Di Sarno e Spinosa. Due ore di unâarticolata discussione, durante la quale sono state trattate varie argomentazioni e sono state respinte tutte le accuse. Gli avvocati difensori, inoltre, hanno sottolineato che il Tribunale del Riesame di Frosinone già nel settembre scorso ha accolto il ricorso presentato da Di Sarno e dalla società Interminal, disponendo il dissequestro delle somme di denaro e dei beni immobili.
A fine udienza, però, il giudice ha deciso per il rinvio a giudizio ed ha fissato lâapertura del dibattimento al prossimo 7 febbraio. Al riguardo Interminal ed il suo ex-legale rappresentante si sono dichiarati «rammaricati per la decisione del Tribunale, ma fiduciosi che il procedimento di merito sancisca la trasparenza e la perfetta liceità del loro comportamento nella vicenda a cui si fa riferimento».
Lâinchiesta
Ricordiamo che gli indagati, a vario titolo, sono accusati di reati che vanno da quelli ambientali, al falso ideologico, al traffico illecito dei rifiuti, alla corruzione.
Lâinchiesta della Guardia Costiera di Gaeta è partita nel novembre 2013 a seguito di esposti sulla presenza presso lo scalo commerciale di materiali ferrosi. Gli inquirenti avrebbero rinvenuto nel cumulo di circa 4.500 tonnellate di rifiuti depositati, corpi estranei, portandoli a dubitare della corrispondenza del prodotto dichiarato rispetto a quanto effettivamente conferito. Altre contestazioni riguardano le modalità di assegnazione delle aree portuali: lâente pubblico gestore avrebbe applicato tariffe per lâoccupazione del pubblico demanio marittimo portuale dieci volte inferiori a quelle previste. Secondo gli inquirenti questi illeciti vantaggi patrimoniali ed amministrativi sarebbero stati ricambiati dalla società con assunzione a tempo indeterminato, in posizione qualificata, di personale indicato dallâente pubblico. Nel settembre scorso, però, il Tribunale del Riesame di Frosinone ha disposto il dissequestro delle somme di denaro e dei beni immobili, sequestrate un mese prima e la conferma del dissequestro è giunta qualche settimana fa anche dalla Cassazione