Dopo le indagini
09.05.2024 - 15:21
I Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo hanno dato esecuzione a una ordinanza con cui è stata accolta la richiesta della Procura di Velletri che chiedeva una misura cautelare, la custodia in carcere, nei confronti di un 54enne italiano con alle spalle alcuni precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in abitazione, in concorso. Un delitto consumatosi nell’aprile del 2022 ad Albano.
Questo quanto avvenuto lo scorso 7 aprile: su segnalazione al numero 112, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Castel Gandolfo erano intervenuti, in una villetta isolata in zona “Montagnano” della frazione Cecchina di Albano Laziale, dove era stata appena perpetrata una rapina.
Secondo una prima ricostruzione effettuata dai Carabinieri è emerso che verso le 20:30, tre individui, con il volto travisato da passamontagna e con guanti in lattice indossati, dopo aver sorpreso l’uomo fuori dalla propria abitazione, l’avevano costretto ad entrare dove era presente anche la madre, ultra 70enne. Sono stati poi entrambi legati ai polsi con del nastro adesivo e costretti a non muoversi, sotto la minaccia di una pistola e di un cacciavite. Dopo aver rovistato in tutta la casa, non rinvenendo denaro, hanno costretto il 50enne a consegnarlo conducendolo nella propria camera da letto. Approfittando di un momento di distrazione la vittima è riuscita a prendere un’arma, legalmente detenuta, mettendo in fuga i rapinatori.
Le indagini condotte dai Carabinieri e dirette dalla Procura della Repubblica di Velletri, anche con l’analisi di tracce biologiche repertate sul luogo della rapina, hanno portato a raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di uno dei presunti autori della rapina, avente un profilo biologico pienamente compatibile con quello rinvenuto nella villa. Naturalmente adesso le indagini continuano per cercare di dare un nome e un volto anche agli altri due banditi, magari con l’ausilio delle possibili dichiarazioni rese dall’arrestato che potrebbe accettare di collaborare in cambio di una mitigazione della pena chiesta dall’accusa nel prossimo procedimento penale.
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