Il caso
03.07.2024 - 13:45
E’ stata assolta, dopo sei anni di processo e quasi 20 udienze dibattimentali, la dottoressa 50enne formiana, che al’epoca dei fatti contestati era coordinatrice di asilo-nido comunale a Roma.
La vincenda processuale ha preso le mosse dalle denunce di alcune mamme, insospettite dal comportamento e da quanto riferito a casa dai figli, in tenerissima età e ha visto la cristallizzazione delle accuse a seguito della installazione di telecamere nascoste nell’asilo nido di Roma. Le maestre, a vario titolo coinvolte, sono state tutte condannate, sia coloro che avevano optato per il rito abbreviato, sia quelle che hanno scelto il rito ordinario. Unica assolta è risultata la dirigente del plesso scolastico, la 50enne formiana appunto, imputata per omessa denuncia dei maltrattamenti in danno dei bambini.
La difesa, sostenuta dall’avvocato Pasquale Di Gabriele, ha dimostrato, infatti, come non le potessero essere mosse censure, poiché le doglianze dei genitori, durante il percorso scolastico, hanno riguardato esclusivamente questioni di routine non allarmanti (cibo, pannolini) e mai presunti maltrattamenti dei piccoli. Nelle diverse udienze calendarizzate, sono sfilati come testi tutti i genitori ed i loro consulenti di parte (medici e psicologi) che hanno confermato fatti e conseguenze, senza mai coinvolgere la coordinatrice, peraltro impegnata su più plessi scolastici. I genitori hanno dovuto precisare in controesame di non aver mai interloquito con la dirigente scolastica, se non di rado ed attraverso una sola mail, contestando episodi che non lasciavano presagire quanto poi emerso dai filmati.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione