Il caso
07.09.2024 - 09:30
Prima della scoperta degli ammanchi e del conto corrente prosciugato a due anziani, Mario Eutizia, aveva chiesto al figlio della donna che aveva assistito e poi era morta 4500 euro. Il motivo? I soldi servivano per la tumulazione e pagare la lapide. E infatti nel febbraio del 2018 parte un bonifico. Poco tempo dopo torna alla carica e chiede 3500 euro per alcune polizze assicurative in scadenza. E’ quello che è contenuto nella denuncia presentata in Procura nel marzo del 2018 dal figlio della coppia, una volta che aveva scoperto che il conto intestato al padre e alla madre era stato prosciugato. Non si sa l’uso che Eutizia abbia fatto di quei soldi. Il figlio della coppia che lavorava all’estero e non poteva assistere i genitori, si era affidato al badante conosciuto con il passaparola. Sembrava una persona fidata e premurosa. Non era così. E’ emerso che ha prelevato anche 1500 euro al giorno allo sportello bancomat. Ma c’è di più: oltre ad aver denunciato a casa la scomparsa di argenteria e gioielli (il furto non viene contestato ad Eutizia nell’inchiesta finita dal gup in Tribunale) nella ricostruzione dei fatti emerge un’altra circostanza. Eutizia ha fatto firmare al figlio della coppia tre fogli in bianco per dare mandato ad alcuni avvocati che conosceva per gestire importanti questioni di famiglia e nominare un perito. La morte dell’anziana che ha assistito - secondo lui - era stata provocata da un cattivo trattamento sanitario negli ospedali dove era stata ricoverata. I fatti sono avvenuti tra il 2017 e il 2018 quando l’uomo assisteva una coppia nella zona del Morbella. Ad un certo punto Eutizia è sparito. «Mi devo assentare per tre giorni per un corso di aggiornamento in Molise e torno».
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