La decisione
18.12.2024 - 19:15
Il Tribunale di Roma
Condannati a sei anni e quattro mesi di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore caseario del casertano, che era stato minacciato a Formia, dove abita. Il Tribunale di Roma, infatti, ha emesso la sentenza di primo grado del processo svoltosi con rito abbreviato a carico di due uomini di Cellole: Emilio Esposito di 49 anni e Francesco Di Marzo di 75 anni, entrambi di Cellole e assistiti dall’avvocato Librace. Il primo, nipote di Mario Esposito, boss del clan dei Muzzoni, resta in carcere, mentre l’altro è ai domiciliari. La vicenda ha avuto inizio nell’aprile del 2023, quando i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Sessa Aurunca, coordinati dalla Direzione Distrettuale, acquisivano elementi di indagine che inchiodavano i due campani, che nel settembre del 2023 venivano arrestati. Secondo l’accusa, avvalendosi del “metodo mafioso” avvicinavano in più occasioni la vittima, chiedendo il pagamento di una tangente. I due avevano minacciato l’imprenditore, seguendolo fin sotto casa a Formia, intimandogli di non denunciare l’estorsione, altrimenti gli sarebbe successo qualcosa. L’imprenditore, invece, non si è intimorito denunciando il tutto e la coppia è stata arrestata ed ora condannata in primo grado presso il Tribunale di Roma. Nel corso del dibattimento è caduta l’aggravante relativa all'associazione, mentre un terzo imputato, inserito come altra persona coinvolta, è stato assolto.
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