Cerca

Il fatto

Il bracciante resta senza gambe

L'indiano di 46 anni è stato sottoposto a un nuovo intervento per l’amputazione dell’arto inferiore destro

La sede dell'ospedale Santa Maria Goretti di Latina

Si fanno sempre più drammatiche le condizioni del bracciante agricolo di 46 anni ricoverato da un mese circa presso l’Unità di terapia intensiva cardiologica dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina: nel pomeriggio di ieri è stato sottoposto a un nuovo, complesso, intervento chirurgico per l’amputazione della gamba destra, a distanza di una settimana dalla perdita dell’arto inferiore sinistro. Nel frattempo però restano incerte le cause della patologia che ha provocato la necrosi dei tessuti e continua ad avanzare pericolosamente su tutto il corpo: sebbene il paziente abbia dichiarato, solo di recente, di essere stato esposto per giorni al contatto con prodotti chimici in un’azienda agricola, ufficialmente per l’Asl sarebbe affetto da una malattia autoimmune, nonostante i medici non siano in possesso di dati oggettivi per escludere l’intossicazione. 

La vicenda è più complessa di quanto la diagnosi ufficiale lasci intendere. Il paziente, inizialmente ricoverato a Pomezia e poi trasferito a Roma per un’embolia in corso, è stato infine curato a Latina, dove le sue condizioni sono rapidamente peggiorate. La presenza di bruciature compatibili con il contatto con agenti chimici e una necrosi vascolare in rapida espansione hanno sollevato sospetti tra i medici.

Solo dopo settimane di ricovero, grazie all’intervento di un interprete, il bracciante ha rivelato di aver lavorato in un’azienda agricola senza protezioni, a stretto contatto con fitofarmaci per tre giorni consecutivi, avvertendo fin da subito bruciori alle mani e ai piedi. Tuttavia, la sua testimonianza è stata messa in dubbio anche a causa del consumo di alcol e stupefacenti, nonostante le analisi abbiano rilevato solo tracce minime nel sangue.

L’Asl continua a sostenere l’ipotesi di una malattia autoimmune, nonostante l’assenza di marcatori significativi e il mancato esame per verificare la presenza di tossine pesticida. Nel frattempo, la necrosi avanza rapidamente, aggravando una situazione già drammatica e lasciando aperti molti interrogativi sulle responsabilità di questa vicenda.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione