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Scarcerazione Cha Cha, ecco l'iter del processo

Accolta dal Tribunale la richiesta dei legali dell’imputato condannato a otto anni e quattro mesi per l’estorsione ad un professionista. In libertà per decorrenza termini

Scarcerazione Cha Cha, ecco l'iter del processo

E’ stato scarcerato ed è tornato in libertà Costantino Di Silvio detto Cha Cha. Era stato condannato alla pena di otto anni e quattro mesi nel processo Reset della Dda per l’estorsione con l’aggravante del metodo mafioso ai danni di un professionista pontino.


Per gli altri capi di imputazione, relativi a estorsioni ai danni di alcuni commercianti, era stato assolto. Era uno degli imputati di primo piano nell’inchiesta dell’Antimafia condotta dal pubblico ministero Luigia Spinelli e dalla Squadra Mobile di Latina che aveva portato proprio quattro anni fa, il 17 febbraio del 2021, all’esecuzione delle misure restrittive.

Nei confronti di Costantino Cha Cha Di Silvio, durante la requisitoria di Reset, la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 12 anni. Nell’inchiesta la Dda aveva contestato le aggravanti di aver agito in più persone riunite e di aver commesso il fatto «avvalendosi della forza di intimidazione dalla loro appartenenza all’associazione a delinquere facente capo a Costantino Cha Cha Di Silvio e ai fratelli Travali e dalla condizione di assoggettamento ed omertà», era riportato nelle carte del procedimento. Il pm Spinelli nella requisitoria lo aveva descritto come «Il capo della criminalità locale».

Il terzo Collegio penale del Tribunale di Latina - presieduto dal giudice Mario La Rosa - ha accolto la richiesta presentata dai legali dell’imputato, gli avvocati Angelo Palmieri e Gaetano Marino.

I magistrati della Dda si erano opposti alla richiesta delle difese e avevano chiesto l’obbligo di firma tutti i giorni e il divieto di dimora a Latina. Alla fine il Tribunale si è pronunciato. Costantino Cha Cha Di Silvio era detenuto in carcere dall’ottobre del 2015, quando era scattata l’operazione Don’t Touch, condotta dalla Squadra Mobile. In quell’inchiesta, che si era conclusa con sentenze diventate definitive (per lui la pena finale era stata di 10 anni e sei mesi), era ritenuto il leader dell’organizzazione e doveva rispondere di essere il capo dell’associazione per delinquere dove c’erano anche i nipoti: i fratelli Travali.


In Reset i magistrati della Dda avevano contestato nei confronti di 31 imputati una serie di reati: dall’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, alle estorsioni con l’aggravante del metodo mafioso fino alla corruzione. Costantino Di Silvio, che è stato scarcerato per decorrenza termini, ha finito di scontare lo scorso aprile la condanna del processo Don’t Touch e per Reset ha scontato in carcere nove mesi come pre sofferto. Il processo Reset, uno tra i più importanti degli ultimi anni che si è celebrato a Latina, si è concluso lo scorso 10 gennaio con 24 assoluzioni e 7 condanne e pene complessive che superano i 40 anni di reclusione rispetto ai 412 totali richiesti dall’accusa.


Gli effetti avevano portato alla scarcerazione di Gian Luca Ciprian, tornato in libertà pochi giorni dopo la sua estradizione dalla Spagna. Salvatore Travali, condannato a dieci anni, aveva ottenuto gli arresti domiciliari. Entro il 10 aprile saranno depositate le motivazioni della sentenza dove il Comune di Latina insieme all’Associazione Caponnetto si era costituito parte civile.

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