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Il caso

Sbranata dai cani, la Procura dispone la perizia sugli animali morti

Uno dei due cani che hanno ucciso Patricia Masithela era stato abbattuto la notte stessa dai poliziotti

Sbranata dai cani di un amico, muore una ragazza

Non si è ancora conclusa l’inchiesta sulla morte di Patricia Masithela, la ragazza di 26 anni sbranata dai cani in casa dell’ex fidanzato in via Piccarello, la notte del 13 gennaio. Dopo una serie di accertamenti volti a ricostruire quei drammatici momenti e valutare le responsabilità del caso, la Procura ha disposto anche una nuova consulenza tecnica d’ufficio a un medico veterinario che ha effettuato gli esami autoptici sulle salme della coppia di animali che ucciso la giovane donna. Se uno dei due era stato abbattuto quella stessa notte dai poliziotti che si erano trovati a loro volta ad essere aggrediti, l’altro era rimasto ferito in quella circostanza ed è morto nel frattempo, solo nelle scorse settimane.


L’accertamento tecnico irripetibile sulle salme dei due cani si è già svolto e deve essere considerato più di un atto dovuto. Stando alla ricostruzione dei fatti erano stati quei due cani a sbranare Patricia quella notte, certamente sorpresa dalla loro aggressività, dopo essersi introdotta nella villetta dell’ex fidanzato Luca Desideri. Entrambi gli animali erano il frutto di incroci tra razza corso e pitbull e avevano avuto dei cuccioli, circostanza che probabilmente aveva aumentato l’aggressività della femmina, alimentata comunque da un contesto di malnutrizione e scarsa cura che li aveva resi ancora più feroci. Come testimoniano le aggressioni precedenti, quella della settimana prima ai danni di una ragazza ucraina amica di Patricia, quando era stato morso persino il padrone intervenuto nel tentativo di difenderla. Senza dimenticare il ferimento, un paio di mesi prima, del vicino novantenne che aveva contatti quasi quotidiani con quei cani.


Quella notte invece l’abitazione era incustodita. Da qualche tempo non era più utilizzata abitualmente come dimora: non solo versava in condizioni di degrado e abbandono, ma non era chiusa e i cani, cinque in tutto, compresi i cuccioli e un meticcio, erano lasciati liberi di entrare nell’immobile perché le portefinestre erano state lasciate spalancate. Patricia quella notte era stata vista vagare su strada Piccarello alcune ore prima del decesso, forse aveva cercato di contattare l’ex fidanzato, ma poi era entrata nell’abitazione, perché sapeva come aprire il cancello, spostando una leva. Una volta arrivata nella villetta non aveva avuto scampo, i due cani adulti l’avrebbero aggredita a morsi fino a divorarla, sia all’altezza dell’addome che sugli arti inferiori. Era riuscita a spostarsi in giardino e gridare, ma all’arrivo dei soccorritori, allertati dai vicini, era in fin di vita ed è morta poco dopo l’arrivo in ospedale.

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