Giudiziaria
27.02.2025 - 23:00
C’è la chiusa inchiesta per la maxi truffa in danno dello Stato portata avanti nell’ambito degli incentivi dell’Ecobonus. Nel 2022,quando erano aperti i termini per accedere ai benefici economici, un nutrito gruppo di tecnici e imprenditori mise in piedi un sistema inizialmente risultato valido per avere i benefici fiscali senza adempiere gli obblighi collegati. Insomma un accesso all’ecobonus in assenza di lavori. L’avviso di chiusa inchiesta a firma del sostituto procuratore Maria Carmen Russo è stato notificato in questi giorni agli indagati, per alcuni dei quali si procedere con riti separati; si tratta di Aniello Ianniello, Giovanni Luglio, Giancarlo Simeone, Gianna Sparagna, Mattia Cannavale, Bruno Cavallaro e Marco De Santis. La storia muove attorno ad un fiume di denaro messo in movimento tramite comunicazioni al cassetto dell’Agenzia Entrate tra settembre 2021 e maggio 2022. La truffa avveniva attraverso false comunicazioni dell’avvenuta cessione di crediti d’imposta «relativi ad interventi di ristrutturazione edilizia o efficientamento energetico mai realizzati, ovvero non compiutamente realizzati, per un ammontare complessivo di 47 milioni di euro di crediti fiscali illeciti. Ciò ha creato un vero e proprio buco nel flusso di imposte e un ingente danno all’Erario su cui la Guardia di Finanza di Formia aveva presentato una voluminosa informativa alla Procura di Cassino, che ora contesta la truffa ad un lungo elenco di imprenditori, tecnici e titolari di immobili che hanno accettato di beneficiare del bonus mentendo sull’esistenza effettiva degli interventi edilizi. Il promotore dell’organizzazione è considerato Giovanni Luglio, perché era lui a procacciare «persone fisiche compiacenti» disposte cioè a stare al gioco e a presentare la documentazione falsa per interventi di ristrutturazione o efficientamento energetico. I suoi due complici principali risultano essere stati, dalle contestazioni del pm, Aniello Ianniello e Amleto Fiammenghi. Intercettazioni a carico di questi ultimi dimostrano che entrambi erano a conoscenza della truffa che si stava perpetrando. Nell’inchiesta viene contestato anche il reato di autoriciclaggio dei proventi illeciti e intestazione illecita. La sede operativa del sodalizio era quella della Lusi Service srl, nonché della Frami srl e della Doc Multiservice società cooperativa, in via della Forma. Le società avrebbero costituito lo schermo iniziale per avviare l’operazione di creazione e circolazione del credito d’imposta in seguito risultato illecito. Giovanni Luglio risulta aver utilizzato anche la propria abitazione per studiare una strategia utile a depistare i controlli avviati dalla Guardia di Finanza di Formia, in specie inserendo false comunicazioni nel questionario che le Fiamme Gialle avevano inviato. A tal proposito è stata documentata dagli investigatori una riunione ad hoc che si è svolta a casa di Luglio, con la partecipazione di Aniello Ianniello, Michele Nardella e Gianna Sparagna il 7 maggio 2022. Altre riunioni si sono tenute il 19 e 25 maggio 2022 con Aniello Ianniello, Gianna Sparagna e Giancarlo Simeone che in quel momento viene nominato, da prestanome, amministratore delle società Doc Multiservice coopa, Doc Multiservice Group, Frami srl, Imp Tec srl, Mafra srl, aziende che poi risulteranno essere state utilizzate come «schermo dell’attività illecita del sodalizio».
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