Il caso
08.03.2025 - 08:25
Costantino Di Silvio detto Cha Cha, latinense di 57 anni, non potrà assistere alle manifestazioni sportive per tre anni. A vietargli la frequentazione degli stadi di calcio e altri impianti in occasione degli incontri ufficiali è stato il questore di Latina, il dirigente superiore Fausto Vinci, con un Daspo della durata di tre anni.
Gli è stato notificato ieri, applicato attraverso la formula del Daspo “fuori contesto” introdotta dal Decreto Sicurezza bis, che consente di valutare la pericolosità sociale di un soggetto che frequenta le manifestazioni sportive, attraverso i suoi precedenti penali, anche se non si è reso protagonista di episodi di violenza negli stadi, con l’obiettivo di prevenire disordini tra tifoserie e più in generale quelle situazioni che mettono a rischio l’ordine pubblico.
Si tratta certamente di un caso particolare, ma contemplato dalla normativa vigente.
“Cha Cha” Di Silvio ha finito di scontare la pena a dieci anni e mezzo di reclusione per avere messo in piedi e gestito, con i nipoti Angelo e Salvatore Travali, l’associazione per delinquere dedita alle estorsione e ai traffici di droga, sgominata dall’operazione Don’t touch dell’ottobre 2015. Inoltre ha già scontato anche nove mesi di custodia in carcere nell’ambito della più recente inchiesta Reset, che in primo grado gli è costata una pena di otto anni e quattro mesi, per l’estorsione con metodo mafioso ai danni di un professionista.
Insomma, da quasi tre settimane è tornato in libertà per decorrenza dei termini, ma il primo giorno in cui aveva rimesso piede a Latina non aveva perso l’occasione per tornare allo stadio, o meglio l’impianto sportivo di piazzale Col di Lana, non lontano da Campo Boario dove vive, che quella domenica ospitava un incontro di calcio dilettantistico di una squadra pontina.
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