Cronaca
23.03.2025 - 12:30
I carabinieri davanti all'azienda Abc
E’ stato fissato per il prossimo 17 aprile a Roma l’appello cautelare presentato dagli indagati dell’inchiesta sugli appalti e i rifiuti che aveva portato ad accendere i riflettori sull’azienda Abc. Le difese dei sette indagati, hanno impugnato le misure interdittive firmate dal gip del Tribunale di Latina Laura Morselli. I reati contestati sono: corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
Lo scorso gennaio nei confronti dei sette indagati il giudice aveva emesso i provvedimenti. «Il sistema puntava a deviare l’azione di un ente pubblico dai fini istituzionali e dal perseguimento dell’interesse pubblico secondo i principi di trasparenza», era un passaggio riportato nelle carte dell’inchiesta. Tra meno di un mese si svolgerà l’udienza dove il collegio difensivo degli indagati punta a sconfessare l’impianto accusatorio, a partire da un elemento temporale: il periodo di tempo trascorso da quando sono avvenuti i fatti a quando è stata presentata la richiesta. Le difese hanno messo in luce che le condotte risalgono a oltre quattro anni fa e che la richiesta presentata dalla Procura è del dicembre del 2022. E infine che due degli indagati Stefano Berna e Paola Del Mastro non occupano ruoli esecutivi. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Gianni Lauretti, Gaetano Marino, Massimo Frisetti, Flaviana Coladarci, Alessandro Diddi.
L’inchiesta sugli appalti e i rifiuti era stata portata a termine dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, i militari coordinati dal tenente colonnello Antonio De Lise, avevano ricostruito lo schema di gestione degli appalti. In base a quanto riportato nelle carte dell’inchiesta, i procedimenti amministrativi di Abc sarebbero stato condizionati a beneficio di alcuni imprenditori. I Carabinieri hanno indagato su diversi fronti: dal servizio di porta a porta, agli affidamenti per la manutenzione del verde pubblico. L’inchiesta era stata coordinata dai pm Daria Monsurrò e Giorgia Orlando.
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