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Borgo Sabotino, ipotesi ritorno al nucleare: Sogin apre alla riattivazione del sito

L’AD di Sogin, Gian Luca Artizzu, rilancia l’idea di nuove centrali nei siti storici come quello di Latina. «Smantelliamo gli impianti, non i luoghi», ha dichiarato durante un convegno a Milano

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Il sito di Borgo Sabotino potrebbe tornare a produrre energia nucleare. A rilanciare la prospettiva è stato non uno qualsiasi ma Gian Luca Artizzu, Amministratore Delegato di Sogin, la società che gestisce lo smantellamento delle vecchie centrali. Artizzu ne ha parlato durante l’evento “Il nucleare sostenibile: l’Italia riparte!”, organizzato dalla Lega a Milano. La dichiarazione apre un nuovo capitolo nel dibattito sul ritorno del nucleare in Italia, con una particolare attenzione al caso di Latina, città che ha ospitato una centrale nucleare attiva fino a trent'anni fa.

Secondo Artizzu, i siti come quello di Borgo Sabotino – già progettati per ospitare impianti nucleari – sarebbero ancora idonei a nuove installazioni. Il sito, che ospitò la prima centrale nucleare italiana attiva dal 1963 al 1987, è stato oggetto di bonifica e smantellamento, ma ora potrebbe essere riutilizzato. La proposta ha suscitato interesse tra esperti e politici, ma potrebbe sollevare preoccupazioni tra i residenti. L’idea si inserisce nel più ampio dibattito sull’energia in Italia, dove il nucleare di nuova generazione è visto da alcuni come una possibile risposta alla crisi energetica e al cambiamento climatico. All’incontro erano presenti anche alti dirigenti di Enel, Eni e Ansaldo Energia, oltre a diversi rappresentanti del governo.

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