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La storia

Sul palco del Primo Maggio di Roma nel nome di Satnam

A San Giovanni per la festa del Primo Maggio l’intervento di un bracciante agricolo indiano che lancia un accorato appello alle istituzioni: ascoltateci

Caporalato, erano stati chiesti gli arresti

La sua testimonianza è stata toccante. Roma, Primo Maggio, San Giovanni, è il giorno del Concertone. La voce è di un bracciante agricolo indiano. Satnam da quasi un anno è diventato un simbolo. Non c’è da spiegare o aggiungere. Lo conoscono tutti, come se il suo nome fosse una parola chiave. A parlare è un connazionale di Satnam, lavora nell’Agro Pontino, a Terracina. Ha rivolto un accorato appello: «Ascoltateci» e ha ripercorso la sua vita e quella di altri colleghi: dai sogni realizzati ai diritti negati.

Nel suo intervento ha ricordato il contributo fondamentale degli immigrati nell’agricoltura italiana e ha denunciato le condizioni ancora difficili per molti lavoratori stranieri, tra sfruttamento, incidenti e mancanza di tutele. Ha chiesto ascolto alle istituzioni e un cambiamento reale, sostenuto anche dal sindacato Fai-Cisl insieme a Flai-Cgil e Uila-Uil.

Intanto, il processo per la morte di Satnam Singh, simbolo di questa lotta, è iniziato lo scorso 1° aprile. Singh, senza permesso di soggiorno e contratto, era stato gravemente ferito sul lavoro e abbandonato dal suo datore, Antonello Lovato, ora imputato per omicidio volontario con dolo eventuale. L’udienza decisiva è fissata per il 27 maggio presso la Corte d’Assise di Latina, con numerose parti civili costituite.

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