Il fatto
13.05.2025 - 07:00
Ha tentato diversi approcci nei confronti di quella ragazzina, di circa 14 anni. Lui, classe 1954 residente a Cori, nel 2021, periodo in cui si sarebbero verificati i fatti, aveva quindi 67 anni. Quelle avances però, e quegli approcci, alla fine la ragazzina ha trovato il modo di denunciarli.
E ieri in Tribunale, l’imputato, rappresentato dall’avvocato Cesare Gallinelli, doveva affrontare l’udienza iniziale del suo processo. Peccato che un cavillo, un problema nell’atto di rinvio a giudizio ne ha decretato la nullità. Processo cancellato e atti rinviati alla Procura che adesso dovrà provvedere alla nuova richiesta.
I fatti contestati all’uomo sarebbero riferiti al 2021. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, gli approcci e gli atti sessuali, si sarebbero consumati in un locale cantina in cui l’uomo avrebbe attirato la ragazzina con delle scuse.
Anche le prima avances erano di fatto dei giochi, il solletico, o altri escamotage per arrivare a contatti fisici e permettere a lui di mostrare alla vittima le parti intime. Fino alla proposta di un rapporto completo con la rassicurazione che non sarebbe mai rimasta incinta.
Si parla infatti di atti sessuali ogni qualvolta non vi sia nemmeno un rapporto completo, ma una serie di comportamenti che siano generati e spinti da desiderio o appetito sessuale.
Un concetto che il Codice ha adottato in modo da evitare e unificare le due precedenti ipotesi: l’atto sessuale vero e proprio e gli atti di libidine violenta. E così anche il mostrare le parti intime ad un soggetto che non gradisca rientra in questa fattispecie punita con pene che partono da 6 anni di reclusione che, nel caso di specie, potrebbe essere aumentata di almeno un terzo visto che si tratta di una minorenne. L’assenza però della notifica delle chiusura dell’inchiesta all’indagato, ha portato all’annullamento del processo.
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