Il caso
15.05.2025 - 11:00
«Mi dispiace, non ricordo». E poi. «Momentaneamente non ricordo». Il pubblico ministero Martina Taglione in aula incalza. «Scusi, lei ha presentato una denuncia e non ricorda?». E’ un pezzo della testimonianza di una parte offesa nel processo che vede imputato Gianfranco Mastracci, 40 anni di Latina, accusato di una estorsione che risale a quasi 12 anni fa.
E’ in carcere dallo scorso aprile per aver staccato a morsi un orecchio ad un pusher di Latina. Ma questa è un’altra storia. Era latitante da alcune settimane e poi si era costituito in carcere. Ieri davanti al Collegio Penale del Tribunale presieduto dal giudice Gian Luca Soana è stato il turno della deposizione di un testimone.
Lo hanno accompagnato coattivamente i Carabinieri. E’ stato chiamato a riferire in merito alle denunce presentate a seguito di un estorsione dopo che aveva contratto un debito di droga con Mastracci che lo ha minacciato in diverse occasioni. Pretendeva che simulasse un incidente stradale per ottenere il risarcimento dalla compagnia assicurativa e ripianare il debito.
E’ una storia che si consuma a Latina tra novembre e dicembre del 2013. Nel processo oltre a Mastracci è imputato anche Pietro Zucconi. In aula la parte offesa durante la sua deposizione ha ribadito più volte che non ricordava molto perchè all’epoca faceva uso di sostanze stupefacenti: «Si consumavo cocaina, erba, mdma», ha detto.
La vicenda è iniziata quando il giovane e un amico acquistano sostanza stupefacente, poi arrivano le minacce, perchè dopo aver dato un acconto non riescono a saldare subito il debito. E’ a quel punto che inizia tutto. «Ti rompo una gamba» è una delle frasi rivolte da Mastracci alla vittima, all’imposizione di aprire una post pay fino alla simulazione di un sinistro stradale per intascare il risarcimento.
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