Il fatto
15.07.2025 - 16:00
Il destino ha preso a schiaffi una famiglia che per un anno, dall’altra parte del mondo, ha sentito quello che è successo. Lo ha letto, lo ha visto in televisione da casa, dall’India, con le corrispondenze e i servizi dall’Italia. I genitori di Satnam Singh sono qui in Italia da pochi giorni. Ci sono il padre, la madre e il fratello. Hanno gli occhi spenti ma che si accendono di dolore. Ieri pomeriggio sono stati ricevuti nella sala Tevere della Regione Lazio dal Presidente Francesco Rocca. Avevano il volto segnato dalla sofferenza, cercavano di capire. La mamma ha pianto, si è commossa quando ha lanciato un appello con l’aiuto di una interprete che ha tradotto la sua richiesta: «Vorrei riavere un oggetto di mio figlio, qualcosa di lui che è stato sequestrato, un ricordo», ha spiegato con la voce rotta dall’emozione stringendo in mano un pacchetto di fazzoletti di carta. In diverse occasioni la donna è scoppiata a piangere. Per ragioni investigative gli effetti personali di Satnam sono stati sequestrati. «Ci faremo parte diligente con l’Avvocatura - ha detto il Presidente della Regione Lazio - affinché vengano restituite». I genitori del bracciante agricolo indiano hanno chiesto giustizia per il figlio. Lo hanno fatto con un filo di voce, davanti alle telecamere, a tutte le istituzioni, ai sindacalisti, ai consiglieri regionali, agli assessori, al Prefetto di Latina Vittoria Ciaramella, al sindaco di Latina Matilde Celentano e al sindaco di Cisterna Valentino Mantini. «Vogliamo giustizia per la morte di nostro figlio», hanno detto il padre e la madre. «La dimostrazione più grande arriva dalla dignità e dal comportamento di questa famiglia - ha aggiunto Rocca - la nostra costituzione di parte civile nel processo che si sta svolgendo ha un significato, vuol dire che stiamo dalla parte della dignità, e ho dato disposizioni ai miei uffici di costituirci anche in altri procedimenti contro il caporalato. Satnam rappresenta una realtà che abbiamo fatto finta di non vedere, è una storia da diffondere. Non è la ferita di un solo uomo ma di una intera comunità, è importante ogni piccolo gesto per contrastare il fenomeno del caporalato. La storia di Satnam, è impressa in questo territorio - ha ricordato - ed è una tragedia che ci ha fatto retrocedere ad un livello inaccettabile di barbarie. Il fatto che vediate tutte le istituzioni schierate significa che siamo una cosa sola rispetto a questa vicenda per continuare a impegnarci per fare in modo che le tragedie come quella di Satnam non accadono più. Non è quella l’Italia che amiamo, amiamo invece l’Italia del padrone di casa che aveva offerto un alloggio a Satnam e anche di chi si è occupato di lui». Oggi in Tribunale a Latina in Corte d’Assise riprende il processo per l’omicidio di Satnam Singh che vede imputato Antonello Lovato. Non si sa se ci saranno i genitori del bracciante agricolo indiano. Ieri per loro applausi, sostegno e grande partecipazione.
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