I fatti nel 2021
03.08.2025 - 09:30
La motorizzazione civile di Latina
Sono esattamente trascorsi quattro anni da quando era scattata l’operazione della Polizia Stradale di Latina durante una sessione di esami per la patente negli uffici della Motorizzazione Civile di Latina in via Chiesuola. Tre indiani tutti braccianti agricoli con regolare permesso di soggiorno, erano stati sorpresi durante la sessione mentre ricevevano dall’esterno le risposte esatte per i quiz della patente. Si era rivelato - in base a quanto è emerso - un aiuto decisivo. Non mancarono le sorprese quando i poliziotti chiesero i documenti i tre stranieri. Non parlavano neanche un parola di italiano. A seguito della chiusura dell’inchiesta, due dei tre indagati hanno chiesto la messa alla prova.
Nel corso del blitz gli investigatori avevano trovato tutto il kit per superare senza il minimo ostacolo la prova: poche cose ma semplici ed efficaci. Cuffie collegate con l’esterno dove un suggeritore indirizzava verso le risposte corrette. Nelle scorse settimane si è svolta in Tribunale a Latina l’udienza per la messa alla prova per i due cittadini stranieri che puntano a svolgere lavori di pubblica utilità nel sociale e in particolare nel mondo del volontariato. L’inchiesta era stata chiusa già da diverso tempo, la posizione di una terza persona, indagata a piede libero era stata stralciata.
Una volta che sarà compiuto il programma dall’Uepe per i due cittadini stranieri, difesi dall’avvocato Simone Rinaldi, e se sarà definito positivo, il reato sarà estinto. I fatti contestati risalgono alla mattina del 23 luglio del 2021 e le indagini erano state condotte dagli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Polizia Stradale di Latina che nel corso di un blitz avevano sorpreso i tre stranieri che non parlavano neanche un parola di italiano alle prese con l’esame per la patente. Le risposte fino a quando la prova non era stata sospesa erano state corrette.
Gli investigatori degli uffici di via dei Volsini durante l’operazione avevano sequestrato le auricolari collegate via Bluetooth e quindi senza fili. E’ emerso che prima dell’esame i tre stranieri aveva consegnato i cellulari ma c’era ugualmente un collegamento grazie ad un altro dispositivo che permetteva di avere un filo diretto con l’estern
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