Il fatto
21.08.2025 - 09:20
Un ragazzo che sta andando al mare quando vede i mazzi di fiori sul palo e capisce che è il punto dove la notte di Ferragosto è stato ucciso Federico Salvagni si ferma per pochi secondi. Il segno della croce, pensa a quello che è successo e va via. Ha il volto provato e per un attimo scuote la testa.
I residenti della zona hanno più volte sottolineato la pericolosità della strada che collega San Felice Circeo con Terracina, conosciuta nelle carte ufficiali come strada comunale via San Felice. Avevano lanciato l’allarme.
Il 13 giugno, due mesi prima della tragedia, sia i residenti che i fruitori della strada avevano deciso di passare all’azione: erano state raccolte 86 firme. La richiesta era di mettere in completa sicurezza il lungo rettilineo, in particolare la seconda parte. L’asfalto è stato rifatto da poco. «La responsabilità è dell’automobilista ma è chiaro che se la strada è controllata chi corre cerca di stare attento e questo è un deterrente», osserva Augusto Rossi, presidente del Comitato Scafa di Ponte. Vive qui, in questo bellissimo tratto di costa, dal 1961. Conosce le insidie della strada dove nella seconda e ultima parte non ci sono autovelox. Il Comitato Scafa di Ponte aveva scritto al sindaco di Terracina, al Dirigente del Dipartimento e avevano chiesto dei box per la misurazione della velocità. Il caso è stato preso in esame dall’amministrazione e dagli uffici competenti.
«Il Comitato a seguito delle numerose segnalazioni da parte dei residenti e dei recenti episodi di incidenti stradali verificati nella zona di via San Felice è riportato nella richiesta - desidera porre l’attenzione sulla situazione di grave pericolo legata all’eccessiva velocità con cui i veicoli transitano. Nonostante i ripetuti appelli al rispetto delle norme del codice della strada la problematica persiste, generando un forte senso di insicurezza per i cittadini, in particolare per anziani e bambini».
Il Comitato puntava a chiedere oltre che l’installazione dei box per misurare la velocità anche attraversamenti pedonali rialzati per ridurre la velocità dei veicoli e garantire in questo modo maggiore sicurezza per tutti. Proprio lungo quel tratto di strada è passata la notte di Ferragosto la Lancia Ypsilon, guidata da Gioacchino Sacco, 49 anni di Aquino, l’utilitaria ha travolto e ucciso il 16enne. L’indagato è in carcere con la pesante accusa di omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso. Nelle carte dell’inchiesta il giudice per le indagini preliminari di Latina Laura Morselli ha sottolineato che il 49enne ha condotto una manovra di sorpasso azzardata e poi ha travolto e ucciso l’adolescente che era a piedi insieme al fratello gemello e un amico che si sono salvati. Il magistrato ha messo in evidenza la gravità delle condotte contestate.
I tre ragazzi stavano rientrando in un residence dopo che avevano festeggiato la notte di Ferragosto. In base ai riscontri raccolti dalla Polizia Stradale insieme agli agenti del Commissariato di Polizia di Terracina, l’utilitaria andava ad una velocità superiore ai 50 chilometri orari previsti
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