Cerca

Il fatto

Ambulanze bloccate in pronto soccorso con i pazienti, per le prime cure al pedone investito inviato un mezzo senza barella

Retroscena nei soccorsi al disabile di 72 anni in viale Le Corbusier: per il trasporto in ospedale un'ambulanza da Pontinia, l'automedica da Cisterna

Ambulanze bloccate in pronto soccorso con i pazienti, per le prime cure al pedone investito inviato un mezzo senza barella
Durante le fasi concitate dei soccorsi attivati in seguito al gravissimo incidente stradale di lunedì sera in viale Le Corbusier, quello costato il ricovero in condizioni disperate per un disabile di 72 anni, si è registrato un corto circuito nella gestione del pronto intervento sanitario pubblico. Un intoppo prevedibile, sebbene sia un fatto increscioso. Perché quando è arrivata la segnalazione al numero unico 112, per l’investimento del pedone travolto da un’auto guidata da un anziano mentre attraversava la strada con l’aiuto del deambulatore, la situazione del ferito era apparsa subito critica, ma in quel momento, poco dopo le ore 20:30, non c’erano ambulanze disponibili tra gli equipaggi delle postazioni presenti sul territorio comunale di Latina. Erano tutte bloccate in ospedale, in attesa di riprendere la barella con la quale avevano portato i rispettivi pazienti in pronto soccorso, per i quali non era disponibile una sistemazione. Una situazione che si verifica praticamente ogni giorno, in un contesto di sovraffollamento del reparto d’urgenza dell’ospedale Santa Maria Goretti, spesso però intasato dalla presenza di utenti con patologie non gravi, comunque a causa dell’assenza di strutture periferiche sul territorio o comunque di un pronto soccorso adeguato per numero di posti letto e personale a sufficienza. Basti pensare che quella notte un’ambulanza è rimasta in attesa per dieci ore.
Finora la centrale operativa era sempre riuscita a gestire le emergenze con le ambulanze dislocate sul territorio, anche quando in pronto soccorso erano rimasti bloccati fino a dieci o persino undici mezzi di soccorso contemporaneamente. Fatto sta che lunedì sera, quando si è presentata la circostanza di un incidente gravissimo e gli equipaggi in servizio a Latina erano tutti fermi in “fila” con i pazienti trasportati, gli operatori della centrale dell’Ares 118 hanno deciso di mandare in viale Le Corbusier una delle ambulanze bloccate. Ovvero hanno inviato un mezzo e il rispettivo equipaggio con autista e infermiere, ma sprovvisto di barella, perché la “spinale” in dotazione era ferma in pronto soccorso in attesa che al paziente trasportato venisse assegnato un letto o una barella ospedaliera.
Una scelta ponderata, ma anche coraggiosa, che ha consentito comunque di assicurare le prime cure al pedone investito, rimasto a terra in condizioni gravissime. Fatto sta che il primo equipaggio intervenuto, non essendo in possesso di una barella, non ha potuto caricare il paziente a bordo dell’ambulanza per iniziare le operazioni di stabilizzazione delle sue condizioni, in vista del successivo trasferimento d’urgenza in ospedale: ha dovuto operare con l’uomo ferito sull’asfalto. Il loro intervento è servito per tamponare l’attesa, perché l’ambulanza libera più vicina, dotata di barella, doveva arrivare da Pontinia. Stesso discorso per l’automedica necessaria per i casi più gravi: quella di Latina non era libera ed è stata inviata da Cisterna.
Le condizioni dell’uomo investito dall’auto erano comunque disperate a causa della violenza dell’impatto, in un contesto complicato dalla disabilità dovuta a patologie pregresse, quindi non è possibile stabilire se le modalità di soccorso abbiano inciso sulla gravità del caso, ma il 72enne sta lottando tra la vita e la morte in un letto del reparto di Rianimazione
 

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione