Tensione alta e scontro politico acceso, ieri, in Consiglio comunale a Latina durante l’approvazione della Delibera n. 101/2025, passata con i voti favorevoli della maggioranza e i sei contrari delle opposizioni, che modifica il Regolamento di Polizia Urbana. A spaccare l’aula è stata, in particolare, l’introduzione delle “zone sensibili” e l’estensione del Daspo urbano anche a comportamenti ritenuti molesti da parte di persone senza fissa dimora o in condizioni di grave disagio sociale. Le opposizioni hanno fortemente criticato il provvedimento, accusando la maggioranza di adottare strumenti repressivi invece di affrontare il disagio sociale con politiche strutturali. In particolare la capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi, ha presentato un emendamento — poi respinto — per includere tra le zone sensibili anche il quartiere Italia, il centro direzionale (Case Arlecchino), la zona Gescal e Viale Nervi, recentemente teatro di episodi criminosi e incendiari. Il Movimento 5 Stelle ha definito il nuovo articolo 8 del regolamento “profondamente ingiusto e inefficace”, in particolare per l’introduzione del divieto di sedersi o sdraiarsi a terra in spazi pubblici — come piazze, marciapiedi e parchi — se ritenuto d’intralcio o disturbo. «Allontanare queste persone da un parco non fa che spostare il problema da un luogo all’altro. Servono case, supporto sociale, riqualificazione urbana. Non Daspo”, ha aggiunto la consigliera. La risposta della maggioranza non si è fatta attendere. In una lunga nota, i consiglieri comunali che hanno votato a favore della delibera hanno difeso il provvedimento come “un atto concreto per la sicurezza urbana”, negando ogni intento repressivo: «Non si tratta di criminalizzare il disagio. Vogliamo fornire alla Polizia Locale strumenti per intervenire contro bivacchi molesti, occupazione di portici e comportamenti aggressivi nei pressi di scuole, parchi e ospedali. Non è una caccia ai fragili, ma una difesa della vivibilità degli spazi pubblici». La maggioranza ha inoltre ricordato che il Daspo urbano fu introdotto nel 2017 dall’allora ministro Minniti, del PD, oggi all’opposizione a Latina: «La sicurezza non ha colore politico. E il nostro intervento è perfettamente conforme alla normativa nazionale, già applicata in decine di città italiane». Con l’approvazione della delibera, sono “zone sensibili” le seguenti aree: Centro storico, sede di università, mercati e monumenti; Area del Pronto Soccorso del Goretti; Parchi pubblici e aree verdi; Quartieri Nicolosi e R6, già oggetto di degrado e microcriminalità. «Quello che mancava era la volontà politica. Oggi la maggioranza rompe l’inerzia con un atto serio e trasparente, richiesto dai cittadini. Chi vota contro si assume la responsabilità politica di dire no alla sicurezza urbana». Il sindaco Celentano ha aggiunto: «Si è voluto cavalcare la polemica sulla discriminazione. Ma quale discriminazione? Il provvedimento non si applica né in base alla provenienza né in base al reddito né al grado di istruzione. L’allontanamento preventivo si applica verso coloro che hanno un comportamento molesto o pericoloso».