Il fatto
30.09.2025 - 22:00
Coltellate per un debito, il nuovo processo finisce come quello precedente, anzi peggio per l’imputato che è stato condannato a 9 anni di reclusione.
La sentenza del giudice per l’udienza preliminare Barbara Cortegiano a cui la Corte di Appello di Roma aveva rinviato tutto il fascicolo dopo aver annullato il pronunciamento culminato con 8 anni di carcere, è arrivata nel pomeriggio di ieri. E’ stata la giudice a leggerla. Quindi il rifacimento del procedimento non ha premiato.
L’imputato, difeso dall’avvocato D’Amico, è il 60enne Giancarlo Sitta, di Aprilia. L’accusa che lo vuole colpevole di tentato omicidio, lo colloca il 3 dicembre del 2021, in via Tiberio. Qui avrebbe incontrato una vecchia conoscenza, un uomo di circa due anni più grande di lui che avrebbe contratto un debito pregresso che ancora non aveva saldato.
E la discussione tra i due avrebbe subito riguardato i soldi. Il 62enne infatti, nonostante avesse una somma da saldare, avrebbe chiesto al Sitta altri 20 euro. La richiesta di saldare, invece, quanto dovuto, sarebbe finita subito nel vuoto ed è qui che gli animi si sono surriscaldati. Sarebbero volate minacce, offese, e ad un certo punto l’imputato ha estratto un piccolo coltello a serramanico.
Con quello ha prima continuato a intimare il saldo minacciando conseguenze fisiche, e poi ha colpito. Alcuni fendenti, uno dei quali ha raggiunto il 62enne al fianco. La lama, non lunghissima, si parla di meno di 10 centimetri, è però penetrata nel fianco dell’uomo fino ad interessare il fegato. Sitta a quel punto sarebbe fuggito via a gambe levate mentre il ferito stramazzava a terra sanguinante.
E’ stato un paziente ad accorgersi dell’uomo ferito e, visto che il pronto soccorso del Città di Aprilia era distante poche centinaia di metri, ha deciso di portarlo direttamente in clinica. L’uomo è stato quindi ricoverato con codice rosso e poi è stato sottoposto ad un intervento d’urgenza. Solo dopo alcuni giorni la prognosi è stata sciolta e la vittima dichiarata fuori pericolo.
Intanto però, i militari del Comando di via Tiberio avevano avviato le indagini e in poco tempo lo hanno identificato e rintracciato (tra l’altro viveva poco distante dal luogo dell’aggressione). E’ scattata una perquisizione che ha portato anche al rinvenimento di un coltellino che si ipotizzò essere l’arma usata per ferire il 62enne.
Di fronte al giudice Cario, il Pm Miliano aveva chiesto 9 anni di reclusione, ma il giudice emise una condanna a 8 anni. In appello però, la difesa eccepì una mancata notifica e il processo venne annullato e il fascicolo rinviato al Gup che ieri ha condannato Sitta a 9 anni.
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