Il fatto
05.11.2025 - 08:58
Su delega della Procura della Repubblica di Piacenza, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Piacenza
hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo, disposto d’urgenza, finalizzato alla confisca
di beni, per un importo di oltre 5 milioni di euro, emesso nei confronti di un professionista, residente a Roma, di
un amministratore di fatto di una società piacentina e di un terzo soggetto ritenuti responsabili dei reati di
indebita compensazione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, in concorso con altri 10
indagati, tra amministratori di fatto e rappresentanti legali di n. 10 imprese, dislocate nel Lazio e in Campania,
tutte coinvolte in un articolato e ben strutturato meccanismo fraudolento in danno dell’Erario.
Le indagini coordinate dalla locale Autorità Giudiziaria, sono state condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria di Piacenza mediante l’esecuzione di attività tecniche di intercettazione telefonica,
analisi dei tabulati telefonici, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, riscontri documentali ed esami di persone
informate sui fatti, hanno consentito di accertare l’esistenza di uno schema frodatorio, ideato e diretto dal
professionista, basato sulla creazione di crediti fiscali “fasulli”, completamente inesistenti ab origine,
riconducibili a “canoni di locazione di immobili ad uso non abitativo e affitto d’azienda”.
Tali crediti sono stati successivamente “rivenduti”, attraverso strumentali alienazioni “a catena”, effettuate in un
brevissimo lasso temporale da società di comodo interposte, salvo poi essere acquistati e indebitamente utilizzati
in compensazione da diverse aziende per il pagamento di propri debiti tributari, tra le quali anche una società
piacentina, attiva su tutto il territorio nazionale, assegnataria anche di molteplici appalti pubblici, responsabile di
avere acquistato e indebitamente compensato crediti inesistenti per un importo pari a € 1.150.000.
La simulata catena di compravendita dei falsi crediti d’imposta, per un ammontare complessivo di € 5.100.000,
operata dalle diverse società di comodo coinvolte, ha avuto anche il fine di rendere ancor più difficoltosa
l’individuazione della loro qualificazione illecita, nel tentativo di allontanare e, al contempo, limitare in capo alle
aziende destinatarie finali un eventuale diretto coinvolgimento.
Inoltre, dagli ulteriori accertamenti finanziari svolti dalle Fiamme Gialle piacentine è stato possibile riscontrare
come gli importi versati per “simulare” l’acquisizione del credito d’imposta venissero prontamente “bonificati”
in favore di talune società, rappresentate da prestanome anche con precedenti penali specifici, collegate
all’organizzazione criminale casalese, le quali, a loro volta, hanno proceduto al trasferimento immediato delle
somme di denaro in paesi esteri non cooperativi in materia di antiriciclaggio, quali ad esempio la Cina.
In esecuzione del provvedimento cautelare reale disposto dalla locale Procura della Repubblica, i finanzieri
piacentini hanno quindi proceduto al sequestro, nei confronti del professionista oltre che dell’amministratore di
fatto della società coinvolta, di crediti d’imposta inesistenti non ancora monetizzati, di disponibilità finanziarie
giacenti su conti correnti societari e personali, di un immobile ubicato in Costa Smeralda, nella nota località
turistica di Arzachena (SS), di quattro terreni e un box auto, situati rispettivamente a in provincia di Latina (LT)
e di Avellino (AV), per un importo complessivo di oltre 5 milioni di euro.
L’operazione di servizio testimonia la stretta sinergia operativa tra la Procura della Repubblica di Piacenza e la
Guardia di finanza a tutela degli interessi economico – finanziari dello Stato, nella consapevolezza che il
contrasto alle frodi in materia di crediti è finalizzato a garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse
pubbliche stanziate per sostenere le famiglie e le imprese, favorendo così la crescita produttiva e occupazionale
del Paese.
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