Il caso
18.12.2025 - 07:30
Per la Procura di Roma Felice Romano, lo storico segretario del sindacato di polizia Siulp, era il perno delle raccomandazioni nei concorsi della Polizia di Stato.
Il sindacalista di Minturno avrebbe favorito un 22enne partecipante al concorso del 2020 per allievo vice ispettore e figlio di un amico personale di Romano. In cambio il padre del candidato gli ha regalato due buoni da 2 mila euro ciascuno da spendere da Bulgari, subito riscattati da Romano e dalla sua compagna. Il sindacalista ha restituito in seguito i soldi all’amico. Ma secondo il Gip ciò non è sufficiente ad attenuare la corruzione e per questo è stata confermata la misura cautelare, anche se la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari mentre il gip ha ordinato il divieto di dimora a Roma, dove c’è la sede del Siulp. Sono questi i passaggi salienti dell’indagine che sta facendo luce sulle ultime selezioni per entrare in Polizia.
L’inchiesta descrive un presunto sistema diffuso di raccomandazioni e falsificazioni nei concorsi della Polizia di Stato, emerso attraverso intercettazioni e accertamenti avviati dalla Guardia di Finanza di Napoli. Secondo i magistrati, dirigenti sindacali avrebbero segnalato candidati non idonei, favorendoli tramite pressioni sulle commissioni, in particolare su quelle mediche.
Nei fascicoli compaiono aspiranti poliziotti con evidenti carenze fisiche o problemi di salute, per i quali sarebbero stati modificati certificati medici, parametri corporei e giudizi sanitari. In alcuni casi i componenti delle commissioni avrebbero “aggiustato” dati come altezza, peso e massa grassa per consentire il superamento delle prove.
Le intercettazioni mostrano l’uso di un linguaggio in codice e la consapevolezza degli indagati di operare all’interno di un vero e proprio “sistema”, tollerato — secondo il Gip — anche da alti dirigenti della Polizia. I reati ipotizzati sono corruzione e falso, in un’indagine parallela a quella della Procura di Napoli.
Felice Romano ha respinto tutte le accuse, ma gli episodi contestati sarebbero numerosi. Particolarmente grave, secondo gli inquirenti, il ruolo attribuito ad alcune commissioni mediche, che si sarebbero prestate a certificare condizioni di salute non corrispondenti al vero.
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