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Cronaca

Truffe agli anziani con finti carabinieri: 21 arresti

Smantellata una banda che operava da un call center di Napoli. Centinaia di telefonate per raggirare vittime in tutta Italia, colpo da 100mila euro a Latina

Truffe agli anziani con finti carabinieri: 21 arresti
«Suo figlio rischia quattro anni, ha investito due pedoni, la chiamo per l'incidente stradale di stamattina, sono il maresciallo dei Carabinieri», al telefono l'anziana vittima della truffa piange e chiede aiuto.  La donna che sta cercando di truffarla mantiene una lucidità disarmante. «Cerco di tranquillizzarla» e poi con grande cinismo le dice. <Contatti un avvocato». Inizia così una delle truffe scoperte dai Carabinieri di Genova e Napoli che ha portato a 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di una banda che deve rispondere di associazione per delinquere. Gli arrestati sono residenti a Napoli. 
Era una squadra. Ognuno con ruolo: c’era il telefonista, chi organizzava i viaggi, chi  riscuoteva i soldi. Quando dal call center chiamavano  gli anziani sparsi in mezza Italia iniziava quello che il gip del Tribunale di Napoli  Federica Colucci definisce «Bombardamento telefonico».
Nel caso della clamorosa truffa messa a segno a Latina hanno agito in quattro per raggirare un’anziana di 85 anni. Le hanno portato via 100mila euro tra soldi e gioielli. La scusa è sempre la stessa: il figlio della vittima aveva investito due persone. L’incidente non era vero, era tutto falso per spaventare e manipolare la donna,  catturare la sua fiducia e calpestare la sua fragilità.  Quel giorno presero anche la fede del marito morto qualche anno fa. Per il raggiro avvenuto nella zona di via Isonzo a Latina sono indagati nell’ordinanza del gip e sottoposti ad una misura restrittiva i presunti responsabili Alessandro D’Errico, Maria Palmieri, Antonietta Mascitelli e Maria Robustelli, tutti originari di Napoli. Il giorno della truffa,  erano le 10,30 del 3 ottobre 2024,  sono state moltissime le chiamate partite dal call center. Nelle carte dell’inchiesta gli investigatori hanno monitorato anche l’elevato numero delle telefonate  arrivate a Latina e provincia a casa di decine di potenziali vittime.  Ma come facevano gli indagati ad avere i numeri di telefono? Nel modo più semplice grazie ai vecchi elenchi telefonici, prendevano dei numeri e  chiamavano sul telefono fisso.  
Nei dialoghi intercettati gli elenchi vengono chiamati libri. E’ il caso di Alessandro D’Errico che chiede di avere il libro delle città. «Non dimenticarti di prendermi il libro di Latina», è riportato in una ambientale del 9 gennaio del 2025.  Le chiamate partivano da un condominio di Napoli, un call center.   I Carabinieri del Comando Provinciale di Genova e Napoli hanno indagato sul numero di telefonate: ma il dato non è preciso perché è riferito solo alle utenze intercettate. Un esempio? Soltanto il 3 ottobre del 2024 partono dal call center di Napoli verso Latina 47 telefonate, il giorno dopo sono 87 ma il dato riguarda anche Frosinone, mentre il 5 ottobre è un record: i telefonisti per truffare gli anziani chiamano 127 utenze in provincia di Latina.  «Era un bombardamento telefonico  che mettevano in atto con le  chiamate in una determinata località tanto che in alcuni giorni, attraverso i soli cellulari monitorati,  si appurava che gli utilizzatori contattavano anche oltre 500 utenze», ha scritto il gip. Sono molti per gli inquirenti della Procura di Napoli che ha condotto l’indagine  gli elementi di forza del sodalizio come nel caso di una telefonista: Assunta Olisterno che si qualificava come il Maresciallo Iovine oppure come il sedicente avvocato dello studio legale De Marco. Su Facebook gli investigatori hanno individuato il profilo della donna con un nickname  e dove vi erano anche alcuni video da cui sono emerse «le sue virtù dialettiche,  utilizza un linguaggio semplice e pulito e coniuga in maniera corretta i verbi e denota un’ottima conoscenza della lingua italiana. Si rapporta senza commettere errori grossolani anche solo di coniugazione di tempi». Il ruolo di leader nell’associazione è ricoperto da Alessandro D’Errico, è l’unico uomo che chiama spacciandosi per il «Maresciallo» della caserma dei Carabinieri competente. E’ il capo e promotore dell’associazione a delinquere e ha pianificato molte truffe a persone anziane. Recluta i trasfertisti, organizza i viaggi - osserva il gip - individua le vittime e insieme alla compagna Antonietta Mascitelli si occupa della ricezione dei proventi delle attività per valutare,  vendere i gioielli e dividere i proventi. Una squadra  scoperta dai carabinieri che  hanno chiuso il cerchio

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