Una vittoria che dà continuità ma soprattutto la certezza che questo Latina ha saputo imparare dai propri errori. E se con il Bari, nell’ultima apparizione al Francioni, era mancata soltanto la ciliegina sulla torta, svanita proprio nel finale, stavolta i nerazzurri sono stati capaci di stringere i denti, giocare col cronometro e portare a casa una vittoria fondamentale. Insomma, se Iuliano nell’immediata vigilia aveva chiesto ai suoi ragazzi una prova di maturità, è stato ampiamente accontentato.

La squadra che vince non si cambia, così come non cambia il canovaccio della vittoria nerazzurra. Dopo un primo tempo di grande sostanza, il secondo tempo è stato di sofferenza ma di carattere: «E’ vero, ma è anche vero che non avremmo potuto gestire meglio qualche situazione vantaggiosa e alcune ripartenze interessanti. Avremmo meritato di chiudere la partita con meno affanni - commenta a fine partita un Mark Iuliano esausto ma soddisfatto - Devo dire che sono stato sempre tranquillo, anche quando siamo andati sotto in modo immeritato. Siamo stati sempre battaglieri e reattivi fino alla fine. Anche se non tutto è andato naturalmente come avevamo programmato, abbiamo fatto vedere una volta ancora dei passi in avanti come succede ormai da parecchie partite a questa parte». 

A venire in soccorso ai nerazzurri due calci piazzati: «Fa parte del gioco anche questo. Sono schemi provati e riprovati in allenamento, non andiamo certo in campo improvvisando. A volte fortunatamente qualcosa riesce anche a noi e oggi è stato così. Una vittoria meritato perché siamo stati superiori in tutto al Perugia a mio avviso». 

Valore aggiunto Najib Ammari. Dopo qualche passo indietro nel match di Bari e Modena, l’algerino è tornato devastante e anche concreto: «Mi aspettavo una grande partita di Ammari perché abbiamo lavorato a livello tattico per lui per tutto il corso della settimana. Sapevo che avrebbe fatto una grande partita come d’altronde hanno fatto anche gli altri. Così come Mbaye che è entrato subito nel clima partita e così anche Schiattarella e tutti gli altri. Una crescita, lo ripeto, anche costante».


Nel secondo tempo un impatto morbido: «E’ sempre un fatto di scalate. Ho dovuto recuperare le distanze tra difesa e attacco che si erano smarrite e abbiamo sofferto in quel frangente. Ma di là del palo colpito da loro con Del Prete, le sofferenze non ci sono state. La squadra ha migliorato. Certo, perfetti non lo siamo, ma proviamo ad arrivarci sempre più vicino attraverso il lavoro».


E a chi dice che questo Latina è più cuore che testa, Iuliano risponde secco: «Non penso proprio. Questo Latina è cuore anima e abnegazione, è vero, ma la testa c’è, e si vede, altrimenti non sarebbe bello vedere la partita del Latina. Invece credo che siamo una squadra vera, che esprime un bel calcio e sa giocare al pallone divertendo il pubblico». 

Peccato soltanto per l’espulsione nel finale di un Pairetto di Nichelino che ha lasciato parecchio a desiderare: «Su molte decisioni io non sono d'accordo così come su altre non sarà d’accordo il mister del Perugia. Ma fa parte del gioco e tutto finisce insieme al triplice fischio arbitrale. Diciamo che io in panchina sono abbastanza partecipe all'incontro, e quella reazione non era nei confronti dell’arbitro. Ci siamo chiariti nel post-gara e questo è importante. Mi spiace soltanto aver lasciato la squadra nelle battute finali del match, ma anche senza di me avete visto che i ragazzi hanno saputo gestire al meglio la situazione». 

Il Latina adesso è ottavo, in piena zona playoff. Obiettivi cambiati? «No - taglia corto il mister - In un campionato così tanto pazzo ed equilibrato nulla può essere scontato. L’ultima può vincere con la prima e per questo non si può parlare di obiettivi. Per ora il nostro è fare più punti possibili».


La testa, adesso, deve andare al Como: «A dire il vero ho detto ai miei ragazzi di non pensarci perché devono godersi a pieno questa serata di riposo perché la vittoria è tutta merito loro. Qui - ride Iuliano - Tocca ricominciare a pagare delle cene anche quest'anno, e non potrei essere più contento di farlo».