Ha preso il via in Consiglio regionale alla Pisana lâesame della proposta di legge su prevenzione e contrasto al bullismo. A illustrare la normativa è stato il primo firmatario, Massimiliano Valeriani (Pd). Previsto nel testo iniziale uno stanziamento di 600 mila euro nei prossimi tre anni, di cui potranno beneficiare istituzioni scolastiche, Asl e associazioni che operano nel campo del disagio sociale, in particolare minorile. Dopo lâillustrazione e il dibattito generale il presidente Daniele Leodori ha aggiornato i lavori del Consiglio a mercoledì 24 febbraio, ore 12, per lâesame dellâarticolato.
Valeriani ha ricordato che secondo lâOsservatorio regionale sul bullismo il 41,5 per cento degli alunni delle scuole elementari e medie se ne dichiara vittima. Su Roma e provincia si registra un picco del 45,7 per cento. I fondi, ha spiegato Valeriani, serviranno a sostenere la promozione di iniziative di sensibilizzazione e informazione, corsi di formazione, programmi di assistenza e sostegno, il tutto in unâottica di âsistemaâ. Prevista anche la costituzione della Consulta che entrerà in sinergia con Osservatorio e Garante Infanzia. Sulla proposta di legge pendono 129 emendamenti ai quali se ne è aggiunto uno di Giunta, contestato da Francesco Storace (La Destra) che ne ha chiesto il ritiro in quanto ritenuto in grado di provocare la cancellazione di quelli dellâopposizione già a inizio discussione.
Nel corso del dibattito generale Cristian Carrara (Pd), presidente della commissione consiliare competente in materia, ha posto lâaccento sullâurgenza di una risposta al cyberbullismo. La discussione della proposta rappresenta, per Carrara, lâopportunità per interrogarsi sugli esempi dati ai più giovani. Olimpia Tarzia (Lista Storace), che ha ritirato la firma dalla proposta di legge, ha lamentato unâinsufficiente valorizzazione del ruolo della famiglia e una genericità sugli interventi ammessi a finanziamento. A nome dei colleghi del centrodestra, Tarzia ha chiesto il ritiro degli emendamenti, presentati da Marta Bonafoni (Sinistra italiana), che fanno riferimento al âbullismo omofobicoâ. Per Bonafoni ânon bisogna avere paura delle paroleâ. I suoi emendamenti, in sintesi, sono destinati a portare lâattenzione su una delle forme più forti di bullismo. Lâesponente di Sinistra italiana ha sottolineato che manca un quadro normativo di sistema, come manca collaborazione tra scuola, famiglie e ragazzi.
Secondo Davide Barillari (M5s) manca un confronto con il modello in discussione a livello nazionale e la prevenzione dovrebbe essere inserita in una programmazione strutturata, integrata e a lungo termine. Altre criticità riguardano il ruolo della Consulta regionale e il mancato coinvolgimento delle risorse regionali che già si occupano del fenomeno (Asl e strutture sanitarie e sociali). Giancarlo Righini (FdI) ha definito legge âinutileâ. Ha criticato la mancanza di riferimenti a percorsi di evidenza pubblica per lâassegnazione delle risorse e ha espresso perplessità anche sugli interventi previsti. Per Righini â che ha chiesto il ritiro della proposta di legge - non è inoltre sufficientemente approfondito il tema del sostegno alle vittime. Ultimo intervento nella discussione generale di Eugenio Patané (Pd), secondo il quale è sbagliato minimizzare la gravità e lâentità del fenomeno, che risulta in costante aumento nelle scuole e negli altri luoghi di aggregazione: secondo lâIstat il 50 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni è vittima di episodi di bullismo. Secondo Patanè non si può non tener conto che tra i vari tipi di bullismo câè anche quello legato allâorientamento sessuale e, allo stesso tempo, bisogna considerare anche che la maggiore pericolosità degli atti di bullismo compiuti attraverso il web.