Riceviamo e pubblichiamo una lettera dei parroci della città di Latina ai candidati sindaco


Noi parroci e viceparroci a servizio delle comunità cristiane della città di Latina (Borghi compresi), stimolati anche dal nostro Vescovo mons. Mariano Crociata che, introducendo il seminario «Una lettura sociologica del territorio pontino» (3 marzo 2016), chiedeva: «Quale contributo credenti e Chiesa possono dare all’edificazione della città dell’uomo, di una comunità civile attenta al bene di tutti i suoi membri?», abbiamo pensato, in un clima di fiducia, di rivolgerci a voi. Dopo le due ultime consiliature terminate in altrettanti commissariamenti (con ripercussioni ovviamente negative) vi chiediamo, se eletti, di avere sempre a cuore alcune disposizioni interiori che riteniamo molto importanti:

1 – Una grande passione per la città: crediamo che non poche conseguenze positive derivino da questo aspetto (dall’attenzione alla cultura, che qualifica la vita di una comunità, allo sviluppo del turismo; dalla sofferenza per l’isolamento della città rispetto alla grandi vie di comunicazione alla preoccupazione per le fasce più deboli della popolazione (compreso il carcere); dal tormento per l’avvenire poco roseo di tanti giovani alla elevazione del senso civico comune; dall’abbandono di sogni che sperperano solo denaro pubblico, e rimangono sogni, all’interesse per i particolari anche estetici dei quartieri; dal non continuare il disordine edilizio alla cura del manto stradale della maggior parte delle strade e alla pulizia del verde pubblico e dei marciapiedi ecc….).
Un amministratore che ama tanto la sua città vede subito quello che non va e soffre finché le cose non migliorano.

2 – Una grande passione per la legalità, che comporta il non avere nessun legame con il mondo della criminalità, né subire alcun condizionamento da parte di nessuna lobby.
Le cronache della stampa locale pongono, a questo proposito, serie riflessioni.
Si vive una vita serena quando si sta bene con la propria coscienza, costi quello che costi.
Si vive male invece quando non si è a posto innanzitutto con se stessi, sapendo che, prima o poi, i nodi vengono al pettine.

3 – Una grande passione per l’impegno comune per le cause comuni. Quando è chiaro che si tratta del bene della collettività, tutti insieme, appartenenti a qualsiasi gruppo o schieramento, senza cedere alle sirene dei personalismi, si impegnano per lo stesso fine, indipendentemente da chi ha fatto le proposte o da chi le porta avanti. Bisogna essere tutti impegnati per il bene della città, senza il tarlo del protagonismo. La mancanza della capacità di battersi insieme, riteniamo sia il cancro peggiore di questa città.

È possibile dire e dimostrare, con il papa Paolo VI, che «La politica è la forma più alta della carità».
La storia lo testimonia.

Rimanendo disponibili, per un dialogo reciproco, insieme alla nostra gente, dopo la tornata elettorale, nel pieno rispetto delle rispettive competenze, desideriamo, poiché ci prendiamo cura alla fine delle stesse persone, restare con voi distinti, ma non distanti.