"Ci voleva l’intervento della Magistratura per risvegliare l’interesse sullo stato di abbandono dell’area dell’ex Pozzi Ginori, nonostante la sua collocazione all’ingresso della città susciti sensazioni non piacevoli ai cittadini e ai turisti". E' questo il commento del candidato sindaco di Latina Bene Comune Damiano Coletta a due giorni dall'operazione di Polizia Locale e Squadra Mobile che ha portato su disposizione del gip Giuseppe Cario al sequestro dell'area. Si ipotizza, un reato di inquinamento ambientale a seguito delle mancata bonifica dell'area. Il candidato di LBC si dice tutt'altro che meravigliato dei sigilli, anzi. 

"Ci permettiamo di ricordare - continua Coletta -  che LBC nel presentare la propria candidatura mise in rete un video girato all’interno della Pozzi-Ginori.  Perché la Pozzi-Ginori? Perché costituisce un esempio di rigenerazione urbana, la sola che possa sostenere l’economia edilizia. Oramai nessuno, forse solo gli accaniti assessori delle ultime Giunte, può pensare di consumare ulteriore suolo urbano; anche perché il patrimonio edilizio, invenduto o sfitto, testimonia la difficoltà del mercato edilizio e solo un processo di riconversione dei siti produttivi dismessi può sostenere l’economia edilizia". Poi il passaggio sul mistero della fideiussione. "La mancata - conclude -  messa in sicurezza o bonifica dell’ex Pozzi Ginori non è l’unico caso di inadempienza che ostacola il processo di riconversione, anche se è quello per il quale l’Amministrazione Comunale ha pesanti responsabilità. Avere stipulato una transazione a fronte di una fideiussione di 1,5 milioni di euro (cifra irrisoria per problematiche di tal genere) è un atto da complici o da incompetenti. Con 1,5 milioni di euro (fra l’altro appare oggi che non siano mai stati incassati) non si riesce, forse, neppure a determinare il grado e la tipologia di inquinamento".