Le Mie Ragioni per Latina - Paolo Galante

Gianni Agnelli quando fu accusato da un “puro” di turno di aver combattuto in Russia la guerra fascista rispose, che aveva fatto il suo dovere da ufficiale del Nizza cavalleria nella steppa: “mi ha chiamato la mia Patria e quando chiama non ti devi chiedere perché ma devi fare”. Ci sono momenti nella vita in cui la morale profonda ti “impegna”, ti “vincola”, ti “chiama. Latina è la mia città e non posso oggi chiedermi di ieri, ma debbo fare, dobbiamo fare,per il futuro dei nostri figli.
Sento il dovere di raccontare ai tanti concittadini che, pur non conoscendomi, mi hanno manifestato vicinanza rispetto alla mia disponibilità a partecipare ad un progetto politico per il Comune di Latina.
Soprattutto, è per me importante, spiegare ai tantissimi amici con i quali sono cresciuto che, pur con molto rispetto, mi hanno inviato un sms con un bel punto interrogativo.
Anni fa pur avendo la possibilità, come tanti di continuare a lavorare all'estero, presi la decisione di ritornare a farlo dove mi sentivo a casa, e vivere stabilmente, a Latina.
La citta' che ho sempre amato, il luogo dove i miei nonni nel 1932 Gaetano Galante e Luigi Cinelli che venivano rispettivamente dalla provincia di Frosinone e da Roma decisero di impiantare le loro speranze. Qui furono pionieri del commercio, hanno investito in questa terra allora in procinto di essere bonificata. Ma soprattutto qui trasferirono le loro famiglie, pensando che a Latina era il loro futuro.
Ricordo tanti passaggi raccontati dai nonni con premura, amore, partecipazione, racconti delle loro incredibili esperienze intrise dalla costanza e spirito di sacrificio.
Nonno Gaetano era anche istruttore motociclista del Fascio, nonno Luigi partì volontario per l'Africa. Lui tornò dopo cinque anni, quando tutti pensavano fosse morto. Tornò a casa ma non era più allineato con le ideologie fasciste. La vita muta, ma non rinnega la generosità e l’entusiasmo di essere giovani, matura su come fare domani, perché in certe circostanze contano i risultati e non la filosofia.
Ma la cosa che ricordo con più forza è, quando esaltavano lo spirito di solidarietà e di collaborazione che campeggiava indistintamente tra tutti gli abitanti di Latina.
Tra le genti venute dal nord, tra coloro che spontaneamente con uno smisurato senso di fare l'impresa venivano dalle comunità che da secoli vivevano qui e avevano ed hanno questa terra “dentro”.
Io penso che questo sia il punto di partenza.
Quei valori di solidarietà incondizionata tra persone per bene, perché questa città da qualunque parte si provenisse è stata fatta per una sfida enorme della gente perbene.
Valori di appartenenza a un territorio, di trasversalità capaci di guardare negli occhi, senza chiedersi “ma di che famiglia, di che idea, di che colore sei”. Qui ha contato il lavoro..
Qualche amico, con il quale ho condiviso l’esperienza scout, e del quale rispetto i distinguo, sa che non amo nascondermi, sono quello che sono.
Potrò dare un contributo serio se continuerò ad esserlo.
Non nego l’entusiasmo giovanile della mia generazione che sognò intera di cambiare il mondo in meglio, divisa su come farlo, io ho fatto la mia con l’entusiasmo di tutti e con le sensibilità che allora mi portavano a condividere percorsi della destra giovanile, percorso che non disconosco per la forza e l’entusiasmo con cui l’ho fatto. Ma sono, anche amico con Enrico Forte e Claudio Moscardelli che stimo, che mi hanno chiesto insieme di collaborare a un progetto nuovo di città e non lo hanno fatto chiedendomi credenziali ideologiche ma la volontà di cambiare insieme la nostra comunità. Con loro ci siamo capiti subito per quella “solidarietà” di generazione che voleva cambiare il mondo.
A loro ho dato la mia disponibilità e guardandoli negli occhi, ho precisando che in quel patto a tre io rappresentavo tutto il resto delle forze buone e sane della città.
Con le stesse modalità con le quali ho fatto con loro un patto d'onore per la città sarà necessario affrontarlo guardandoci sempre negli occhi.
Io dando la disponibilità moralmente sono a posto e con il ricordo di chi ha sacrificato la vita per queste terre e per l'impegno verso i nostri figli ai quali se buoni padri di famiglia, dobbiamo assicurare un futuro nella citta dove li abbiamo cresciuti.
La battaglia per il domani è sempre più insidiosa perché ieri lo conosciamo, oggi lo viviamo, ma per domani dobbiamo scegliere.
Latina ha bisogno di recuperare la speranza in un futuro migliore.