Gli investigatori della Questura danno la caccia ai banditi che, nella tarda serata di mercoledì, hanno rapinato un imprenditore del capoluogo fermo a bordo strada. I detective per ora non escludono alcuna ipotesi e lavorano su più fronti per risalire agli autori di un colpo che ha tutta l’aria di essere stato studiato nei dettagli. I poliziotti sono a caccia di filmati che potrebbero avere immortalato i rapinatori prima o dopo l’azione armata, ma potrebbero anche scavare negli ultimi contatti della vittima. Perché non è escluso che l’input sia partito da qualcuno che lo conosce bene.
Anche il più piccolo dettaglio potrebbe rivelarsi fondamentale ai fini delle indagini e per questo i detective sono a caccia di tracce, setacciando soprattutto i filmati registrati dalla telecamere di video sorveglianza delle attività che si trovano lungo il percorso che i banditi hanno seguito per entrare in azione e poi scappare. Basterebbe qualche numero della targa per dare una svolta alle indagini.
Per le modalità utilizzate dai rapinatori, il colpo non sembra il frutto di un’azione improvvisata. Anzi, gli investigatori non possono escludere che dietro quel gesto possa nascondersi una ritorsione ai danni dell’imprenditore che nei prossimi giorni potrebbe essere ascoltato dalla polizia, anche nel tentativo di ipotizzare un identikit dei banditi.
Stando al racconto fornito dalla vittima agli agenti della Squadra Volante intervenuti dopo la sua segnalazione alla centrale operativa del 113, quando l’imprenditore si era fermato davanti casa di un amico in via Acque Alte nei pressi di Borgo Piave, sul lato opposto della strada aveva accostato una Fiat Panda dalla quale erano scesi tre sconosciuti: uno di loro impugnava una pistola che non ha esitato a puntare contro il malcapitato. Sotto la minaccia dell’arma lo hanno costretto a consegnare loro sia l’orologio marca Rolex che indossava al polso che i soldi conservati nel portafogli, circa settecento euro in contanti.
Le modalità sono diverse, ma l’episodio rimanda alla rapina subita un paio di mesi fa dal gestore di un bar che, rincasando in auto, era stato fermato al semaforo da un bandito in scooter che gli aveva tolto orologio e incassi del locale.