La âBorgo Piave Sporting Centerâ è un nome che rappresenta più di un semplice biglietto da visita. La società in questione è stata fondata un anno e mezzo fa e, da mercoledì scorso, è anche la titolare del 50% delle quote del Latina Calcio (lâaltra metà è della Ies srl di Regina Daniela Wainstein) e a sua volta presenta al suo interno tre soci: la Antium Eventi di Angelo Ferullo, che ne possiede il 50% delle quote, la Tecnart Costruzioni srl di Regina Daniela Wainstein, che può contare sul 30%, e la 3N Costruzioni Generali di Ugo Nuzzi, che possiede il restante 20% della torta. Proprio il commercialista di Anzio risulta anche amministratore unico della Borgo Piave Sporting Center. Un nome che, come detto, non ha lâardire di nascondere quello che da più parti è stato indicato come uno degli obiettivi sensibili che la nuova proprietà del Latina si sarebbe prefissata di raggiungere nel medio periodo, vale a dire la costruzione di una cittadella dello sport che dovrebbe sorgere sulle ceneri dellâimpianto Ex Fulgorcavi, a Borgo Piave. Nonostante lo stesso presidente Ferullo in conferenza stampa abbia negato che il suo arrivo puntasse esclusivamente alla realizzazione di un tale ambizioso progetto, non si può certo pensare che degli imprenditori vengano mossi da pura passione prima di intraprendere una «folle avventura», così come ha definito lâacquisto del Latina uno dei membri del cda, il romano Benedetto Mancini. Discorso che vale soprattutto quando si parla di una società che ha chiuso l'ultimo bilancio con più di 3 milioni di debiti, un bonus da 500mila euro circa da erogare a Pasquale Maietta e Antonio Aprile in caso di salvezza, uno stadio mutilato e pochissimi introiti sia dalla pubblicità che dal pubblico. Insomma, quella di edificare una cittadella dello sport, se non la priorità , rappresenta al momento una delle poche operazioni che potrebbero permettere alla cordata anziate un ritorno in termini economici nel lungo periodo.
A Borgo Piave il progetto di una città dello sport esiste da anni. Se ne parlò sotto la guida del presidente Angelo Deodati (un nome che era tornato in auge proprio nel corso degli ultimi mesi come papabile acquirente), quando, nel corso della gestione del sindaco Ajmone Finestra, in Comune già si dibatteva sui rischi di una speculazione edilizia che un'opera di tale calibro avrebbe presentato. Tema ripreso dal presidente Sciarretta nel 2005. Il vulcanico patron nerazzurro aveva incaricato addirittura un architetto greco per buttare giù il progetto. Lâargomento è tornato âcaldoâ nel 2014, rispolverato dall'allora assessore allo Sport, Michele Nasso, e poi riproposto in maniera più âsoftâ da Antonio Aprile stesso nei giorni del suo insediamento, avvenuto nel febbraio 2015, in qualità di presidente del settore giovanile del Latina Calcio.
Nessuno, finora, è però riuscito nell'impresa. Ma, a quanto pare, il progetto attuale si fonda su basi molto più solide. Al costo di circa 35 milioni di euro, infatti, ci sarebbero in programma lâedificazione di altri campi da gioco, piscine, negozi, punti ristoro e soprattutto un convitto per i giocatori del settore giovanile. Come scritto ieri dal Messaggero, poi, sembra anche che la società Borgo Piave Sporting Center abbia già acquistato i due ettari di terreno adiacenti al campo B dell'impianto di proprietà comunale. Appezzamento di terreno di cui la metà risulta però essere agricolo e per il quale, quindi, si dovrebbe prima procedere a un cambio di destinazione dâuso. Ma non è finita. Il tutto sarà possibile soltanto reperendo finanziamenti attraverso il credito sportivo (come quello che è accaduto al Ceccarelli, casa della Samagor di proprietà di Andrea Chiappini, può essere lâesempio). E per realizzare questo piccolo grande sogno nel cassetto e guadagnarsi una fetta della torta saranno necessari altri due elementi: innanzitutto restare in Serie B, per fare in modo che la quota del finanziamento sia più alta; lâaltro, naturalmente, è il placet del Comune di Latina.
(Da Latina Oggi del 31/12/2016)