Mentre si assottigliano i tempi per la predisposizione del piano industriale da presentare al giudice Linda Vaccarella nellâudienza fissata per il 27 febbraio, anziché dare segni di coerenza e solidità la dirigenza del Latina Calcio sembra inevitabilmente portata a cambiare le carte in tavola un giorno dopo lâaltro. La cronaca degli eventi che si sono susseguiti dal 27 dicembre in poi è fin troppo esplicativa. Lâimpegno assunto dalla Ies srl di fronte al notaio che ha deliberato il ripianamento delle perdite risultanti dal bilancio 2016 con un aumento di capitale di 3,3 milioni di euro, è rimasto fino ad oggi lettera morta, rinviando al termine ultimo del 27 aprile prossimo il deposito di una somma che secondo alcuni andava obbligatoriamente versata al momento della stipula dellâatto di cessione delle quote del Latina Calcio. Con un bilancio in pareggio, e con una riserva di capitale di 2,3 milioni di euro al quale i vecchi soci hanno rinunciato, sarebbe stato arduo decretare il fallimento della società sportiva, soprattutto alla luce del fatto che ora la Lega Calcio di serie B dispone anche dei proventi della vendita di alcuni giocatori che ha fruttato circa 2 milioni di euro. Eâ scritto anche nella memoria di costituzione per lâudienza del 16 febbraio: «La US Latina Calcio è ad oggi una società sana ed in grado di porre in essere e continuare la sua attività sociale». Salvo poi trasmettere al Tribunale, soltanto 24 ore dopo lâudienza, unâaltra diffida con cui si sostiene che la delibera sottoscritta dal notaio è priva di efficacia e che pertanto gli impegni assunti per ripianare i debiti non verranno onorati. Non è semplice riuscire a capire che tipo di partita si stia giocando col Tribunale in casa nerazzurra: davvero Mancini ritiene di poter arrivare al 27 febbraio ed ottenere lâesercizio provvisorio della società senza aver offerto alcuna garanzia?
Latina Calcio, cambiano ancora le carte in tavola
Latina Calcio, cambiano ancora le carte in tavola
Latina - Il piano industriale