A margine dell’incontro di giovedì scorso tra i sindaci dell’Ato 4 e i dirigenti di Acea, alcuni primi cittadini si sono confrontati rispetto alla proposta inviata loro dal sindaco di Latina Damiano Coletta e relativa all’ipotesi di un percorso di ritorno alla gestione pubblica dell’acqua fatto di determinati step. Il nodo su cui i sindaci nutrono più perplessità sarebbe quello del reperimento delle risorse economiche, che dovrebbero arrivare dai famosi canoni concessori che Acqualatina deve restituire ai Comuni.  Quei soldi sono necessari per acquistare il 49% delle quote di Idrolatina. La costruzione dell’offerta economica “congrua”, secondo alcuni sindaci, passerebbe però attraverso l’annullamento della delibera dell’Ato4 per la distribuzione dei canoni di concessione maturati dai comuni e mai pagati da Acqualatina. «Quella la consideriamo una delibera storica - spiega un sindaco - che per la prima volta metteva con le spalle al muro il gestore di fronte ad una inadempienza contrattuale pesante e che avrebbe serie ripercussioni sulla formazione del bilancio della società per la costruzione del suo utile fittizio e quindi della valutazione delle quote societarie». In questa maniera - è la logica di chi critica la proposta - prima ancora di acquisire le quote si regala al socio privato un tesoretto da amministrare, nel frattempo, a suo piacimento.

(Articolo completo su Latina Oggi del 13 Marzo 2017)