Ogni capitolo un pugno allo stomaco di chi crede nel calcio al di là di ogni fede e di ogni evidenza. Costantino Cha Cha Di Silvio, di cui gli investigatori scrivono che era un potente capo, è tratteggiato altresì come uno che controllava gli eventi sportivi; e poi c’è la sede della tifoseria dove si spaccia droga e si organizza violenza; e c’è il Presidente-parlamentare che si rivolge all’amico sorvegliato speciale perché gli ritrovi la macchina che qualcuno (assai improvvidamente) gli ha rubato senza tenere nella dovuta considerazione le sue amicizie in quel certo ambiente. Ma c’è anche l’Asd Campo Boario nella quale Costantino Di Silvio e Gianluca Tuma dividono le quote ed è l’unico caso in cui sono soci alla luce del sole perché tutte le altre società Tuma le ha schermate mettendo dei prestanome, parenti e amici. In fondo, è abbastanza per parlare di un sogno perduto, o perlomeno ferito.

Quello che succedeva in via Mameli,
nel magazzino, nell’asd campo Boario
e con Maietta.