Tutta colpa di una radiografia o meglio del referto non comunicato. Ma ieri per le lesioni colpose subite dalla paziente sono stati rinviati a giudizio Marco Sacchi e Francesco Papa, i chirurghi che hanno sottoposto la donna ad intervento chirurgico. I fatti contestati si sono verificati nel 2006 quando la signora si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti per una sospetta ernia ombelicale. 

Diagnosi poi confermata dagli accertamenti radiologici per cui venne ricoverata in chirurgia da dove venne dimessa dopo che fu stabilita la data dell’intervento. Ma qui si inserisce il tassello che ha prodotto l’attuale processo ai due medici difesi dagli avvocati Dino Lucchetti e Giuseppe Di Noto: nella cartella clinica, secondo l’accusa, fu inserito il referto del radiologo che aveva evidenziato oltre all’ernia anche alcune macchie nei polmoni. 

L’ernia venne risolta ma nessuno si occupò delle macchie, poi rivelatesi come tumori scoperti solo due anni dopo, troppo tardi, quando il cancro era ormai in fase avanzata. Secondo la Procura dunque la signora poteva essere salvata se quel tumore fosse stato «visto» e curato. Ieri il gup Matilde Campoli ha concluso per il rinvio a giudizio di entrambi i medici e il dibattimento comincerà il 18 settembre del 2016 davanti al giudice Artuso. I familiari della signora non si sono costituiti parte civile nel processo perché hanno già ottenuto il risarcimento del danno subito dalla Asl di Latina che ha riconosciuto l’errore nella procedura adottata dalla paziente dentro l’ospedale di Latina.