Gli spaghetti non sono tutti uguali e non è solo una questione di gusti perché conta anche la provenienza. Gli spaghetti protagonisti di questa storia sono quelli di Libera, prodotti con il grano coltivato nelle terre confiscate alla malavita organizzata. E forse anche per questo hanno un sapore speciale... di legalità. Come dimostra il successo di «Storie di spaghetti», il primo concorso di ricette organizzato dal Presidio di Latina dell’Associazione Libera e Sale (Scuola Amatoriale e Laboratorio Enogastronomico), che promuove sul territorio Pontino la cultura della gastronomia e dei prodotti del territorio, anche attraverso la realizzazione di corsi di cucina. Quest’anno Libera ha compiuto 20 anni, un occasione per ribadire «l’impegno ancora più forte per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità fondata sull’uguaglianza e una cittadinanza all’altezza della Costituzione». In questo concorso ogni concorrente poteva partecipare presentando una sola ricetta che avesse avuto come ingrediente obbligatorio gli «Spaghettoni Venti Liberi». Il grano duro selezionato con cui è fatta questa pasta è coltivato nei terreni confiscati alle mafie gestiti dalle cooperative di Libera Terra e dai produttori che ne condividono il progetto di riscatto da ogni forma d’illegalità. La ricetta che si è aggiudicata il primo premio con consenso unanime (consistente in un corso di cucina di sei lezioni), è stato vinto da Meri Leva di Sezze con la ricetta «Spaghettoni con filetto di baccala’ e funghi porcini, su vellutata di zucca con granella di bottarga». Secondo posto per Marco Francescato di Sabaudia, con i suoi “Spaghetti su crema di pecorino alle 4 spezie, con pane croccante alle erbe aromatiche e bacche rosa”, che si è assicurato la partecipazione ad un corso completo di pasticceria. Al terzo posto lo “Spaghettone Libero Mediterraneo” di Mariano Giannangeli di Latina, che ha conquistato un corso monotematico a scelta.