Nelle ultime ore le indagini della polizia sull’agguato consumato a colpi di pistola nella notte tra sabato e domenica a San Felice Circeo sono dedicate al rintraccio di uno dei principali sospettati, un 32enne di Latina già noto alle forze dell’ordine che, proprio come le vittime della gambizzazione, Roberto Guizzon e suo nipote Alessio De Cupis di 47 e 29 anni, si trovava nell’American Bar insieme ad alcuni suoi amici, tutti del capoluogo, considerati i complici del fatto di sangue. Per chiudere il cerchio sul caso e al tempo stesso acquisire elementi utili al rintraccio del fuggiasco, ieri sono state ascoltate altre persone informate sui fatti e si scava nella vita di amici e parenti che potrebbero aiutare il 32enne a sottrarsi alle domande dei detective.

I FERITI - Sia Roberto Guizzon che Alessio De Cupis, rispettivamente zio e nipote, sono ancora ricoverati nell’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina a causa delle lesioni causate dai colpi di arma da fuoco esplosi nei loro confronti nella notte tra sabato e domenica, ma fortunatamente le loro condizioni di salute sono migliorate.

LA TESTIMONIANZA - Il quarantenne romeno ascoltato a lungo in Questura domenica e sospettato dalla polizia di essere uno dei complici dell’uomo che ha sparato a Guizzon e De Cupis, ha risposto alle domande degli investigatori confermando di essersi recato all’America Bar sabato sera con alcuni amici di Latina. Avrebbe anche ammesso che tra loro e le vittime della gambizzazione c’era stata una discussione accesa ma ha affermato di non aver visto chi ha sparato.

TUTTO nell'edizione di Latina Oggi in edicola del 9 marzo 2016