La vicenda parte da lontano. Ma, oggi, di nuovo câè una sentenza del Tar del Lazio, sezione di Latina. Gli attori, però, sono sempre gli stessi: il disciolto Consorzio degli acquedotti riuniti degli Aurunci di Cassino, il Comune di Roccagorga, debitore del Consorzio, e il signor Sergio Messore, creditore nei confronti del Cara.
In poche parole, il debito dellâente locale rocchigiano con il Consorzio Aurunci viene rivendicato da un privato, creditore del Consorzio stesso. Il debito con il signor Sergio Messore nasce, infatti, dal mancato pagamento dei canoni idrici e fognari al Consorzio degli Aurunci da parte del Comune lepino. Dopo un considerevole contenzioso, una sentenza definitiva del Tribunale di Latina stabilì, nel 2008, che la somma dovuta dal Comune di Roccagorga al Consorzio era di 107.904,36 euro più gli interessi. A questo punto subentra Messore che, vantando dei crediti nei confronti del Consorzio, ottiene nel 2013 dal Tribunale unâordinanza di acquisizione che costringe, di fatto, il Comune a riconoscere il dovuto come debito fuori bilancio.
Ma la vicenda non si chiude qui. Perché, pur essendo stato riconosciuto il debito, mancano le coperture finanziarie e un mutuo ad hoc non viene concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti. Nel 2015, a quanto risulta, viene nominato un commissario ad acta, che suggerisce allâente di trovare le somme in bilancio. Ma nellâesercizio finanziario 2015 quei soldi non ci sono. Questâanno arriva un nuovo commissario ad acta. Nel frattempo Messore ricorre al Tar del Lazio che, con sentenza del 12 maggio 2016, depositata in segreteria il 6 giugno scorso, accoglie il ricorso dellâavvocato Sergio Messore, il quale dovrà ricevere dal Comune di Roccagorga la somma di 147.878,04 euro.
Insomma, da quando si è aperto il contenzioso con lâex Consorzio degli Aurunci alla sentenza del Tar, il debito è lievitato di quasi 40mila euro.