E' stato giudicato inammissibile dalla Cassazione, presieduta dal presidente Piercamillo Davigo, con relatore Luigi Agostinacchio, il ricorso presentato da un uomo di Bassiano, contro la sentenza del 06 ottobre 2014 della Corte di Appello di Roma per una vicenda di usura che aveva visto un'altra persona dichiararsi parte civile e che aveva giudicato il bassianese responsabile del fatto di usura contestato ai soli fini civili e lo condannava al risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede in favore della parte.

Contro la sentenza il legale del bassianese aveva proposto ricorso per Cassazione: secondo il legale l'appello doveva essere dichiarato improcedibile per la mancata presentazione delle conclusioni della parte civile, unica parte appellante, non comparsa all'udienza di discussione, non potendo a tal fine considerarsi rituale il deposito all'udienza, nel maggio 2012, della nuova nomina del difensore e delle conclusioni, atteso il rinvio del processo, all'esito di quella stessa udienza, a nuovo ruolo.

Secondo la Corte, però, la mancata partecipazione della parte civile al giudizio di appello non è prevista tra le cause di inammissibilità dell'impugnazione: “Costantemente – si legge nella sentenza – la giurisprudenza di legittimità ha affermato che l'assenza della parte civile al processo di appello non determina alcuna revoca tacita o implicita della sua costituzione, in ciò concretizzandosi il principio di immanenza della parte civile nel processo penale”. Per questo motivo il ricorso è stato rigettato e l’uomo condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento a favore della Cassa delle Ammende della somma di 1.500 euro a titolo di sanzione pecuniaria.