Era circa mezzogiorno di ieri quando il sindaco di Roccasecca dei Volsci, Barbara Petroni, ha comunicato sulla pagina Facebook aperta per dialogare con i suoi concittadini, che «con una procedura di urgenza, la notte scorsa sono stati assegnati al Comune di Roccasecca dei Volsci 25 richiedenti asilo dalla Prefettura di Latina tramite la cooperativa Karibu».

I migranti – ha precisato il sindaco - hanno trovato accoglienza presso l'abitazione di un privato, che ha messo a disposizione una struttura di sua proprietà (una palazzina con tre appartamenti in via Santa Croce) direttamente alla cooperativa, senza avvisare il Comune «se non a fatto già compiuto». Fermo restando che la Prefettura di Latina i primi giorni di agosto ha convocato tutti i sindaci della Provincia rappresentando lo stato di emergenza e chiedendo agli stessi di mettere a disposizione delle strutture comunali, rimane il fatto che – ha sottolineato Barbara Petroni – «a oggi non sono pervenute comunicazioni ufficiali».

Il carattere di urgenza – ha concluso il sindaco di Roccasecca dei Volsci - dovrebbe passare «sempre e comunque attraverso i canali istituzionali». Naturalmente, sulla vicenda, nel piccolo centro collinare ausono, si sono scatenate una serie di considerazioni, nessuna delle quali, in verità, fa venir meno il carattere ospitale della piccola comunità rocchigiana. Ma tutte evidenziano chiare preoccupazioni, essendo Roccasecca dei Volsci sprovvista di servizi sanitari adeguati e anche di uomini e mezzi adibiti al servizio di sicurezza. Sono i carabinieri di Priverno a doversi occupare anche del territorio. Molti cittadini hanno invitato il sindaco a chiedere conto alla Prefettura di questo accordo tra ente di governo e associazione Karibu, passando sulla testa di autorità locali e cittadini.

«Pur nella consapevolezza dell’emergenza – ha concluso Petroni – il mio paese non è in grado di garantire servizi essenziali agli ospiti e sicurezza ai cittadini». Anche l’opposizione, tramite un intervento del capogruppo Sandro Pongelli, ha mostrato, in proposito, idee chiare: «È possibile – si è chiesto Pongelli – che certe cose siano state fatte tramite un’associazione ed un privato, senza informarne il Comune?». E ha aggiunto di non temere la presenza del richiedente asilo, ma la situazione che si è venuta a creare. Di qui la richiesta della costituzione di una Commissione ad hoc «per controllare e verificare quel che accadrà in paese».