“Il Punto di primo intervento di Cori non si tocca o stavolta daremo battaglia fino alla fine”. Questo il messaggio che il sindaco Tommaso Conti lancia al Governo, alla Regione Lazio e alla Asl, precisando anche che “l’ex ospedale di Cori è già da tempo un punto di primo intervento”,  ossia una struttura di emergenza sanitaria per il trattamento delle urgenze minori ed una prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, al fine di consentire il trasporto nel pronto soccorso più appropriato. L’ipotesi della chiusura del PPI di Cori si sta facendo largo a seguito dell’informativa della Direzione salute e politiche sociali della Regione Lazio, registrata il 13 Settembre, indirizzata ai direttori generali delle Asl Rm2, Rm4, Rm5, Rieti, Viterbo e Latina, che avvisa le Aziende sanitarie locali interessate (invitandole a comunicare con cortese sollecitudine le azioni che si intendano intraprendere in merito), che con nota prot. n. 354891 GR/11/48 del 05/07/16 la Regione Lazio ha comunicato al Ministero della Salute e a quello dell’Economia e delle Finanze che, da una ricognizione effettuata, risultano attivi sul territorio regionale 13 Punti di primo intervento e che la stessa, in coerenza con quanto disposto dal D.M. n.70/2015, ne prevede la disattivazione. Decreto, quello citato, che fissa gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, ma non prevede l’abrogazione di presidi di emergenza specialistici in strutture consolidate. La Regione Lazio ha precisato che la disattivazione avverrà in due fasi: la prima riguarderà i PPI presenti in strutture extra-ospedaliere, la seconda quelli ubicati presso i presidi ospedalieri riconvertiti. Dunque, la scure della spending review si abbatterebbe sui PPI di tutto il Lazio. Il primo cittadino di Cori al riguardo è categorico nei confronti delle istituzioni preposte: “L’Amministrazione comunale è pronta a tutelare il fondamentale diritto alla salute dei propri cittadini con ogni mezzo a disposizione. Abbiamo già pagato la chiusura di un ospedale che era il fiore all’occhiello dei Lepini e uno dei migliori della provincia, che sommata alle altre chiusure ospedaliere provinciali ha determinato solo un cronico congestionamento degli ospedali di Latina a tutto svantaggio dei degenti. Non lasceremo che cancellino senza batter ciglio anche quest’ultimo brandello di sanità pubblica sul nostro territorio, che ha dimostrato finora la sua utilità ed è comunque fonte di rassicurazione per tutta la comunità. Se proprio si tratta di un intervento di riconversione generale dei PPI ci dicano: cosa avranno i cittadini della Regione in cambio del Punto di primo intervento? Quali sono i presidi e i servizi sostitutivi attivati?”.