Le dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Sermoneta, Claudio Damiano, circa i possibili rischi derivanti dallâaumento esponenziale delle coltivazioni dei kiwi nel territorio compreso fra il paese da lui amministrato e le campagne di Cori, Latina, Aprilia e Cisterna, hanno decisamente âinfiammatoâ il web.
Su Facebook, infatti, molte persone hanno condiviso lâarticolo da noi pubblicato sul sito www.latinaoggi.eu con lâintervento del sindaco, con pareri discordanti circa le affermazioni di Damiano.
A titolo di esempio, da un lato câè un utente che ha postato un link che collega a un video, in cui si evincono i rischi per lâAgro pontino, derivanti dal prosciugamento delle falde, di cui potrebbe essere concausa (come sostenuto dal sindaco di Sermoneta) proprio lâestesa coltivazione di kiwi.
Dallâaltro, invece, câè chi sostiene che i produttori del prelibato frutto siano coloro che tengono viva lâeconomia locale e che bloccare lâespansione delle coltivazioni potrebbe essere un boomerang.
Va ricordato, in questa sede, che Damiano non ha assolutamente ritenuto di dover tornare indietro: egli, infatti, non ha fatto riferimento allâeliminazione di alcuna pianta di quelle oggi esistenti sui quattromila ettari di terra coltivati a kiwi. Per il futuro, però, ritiene che vada tracciata una road map insieme alla Regione Lazio e ai sindaci dei Comuni limitrofi a Sermoneta e interessati da estese coltivazioni di kiwi. Un tavolo di confronto, dunque, che possa regolamentare la nascita di nuovi impianti, ma anche una moratoria temporanea e un dibattito con le associazioni di categoria.
«Il fatto che oggi il kiwi rappresenti una risorsa economica per i produttori agricoli, non significa che questo territorio possa essere saccheggiato e depauperato come se fosse una miniera - aveva dichiarato nelle scorse ore Claudio Damiano - Anche perché il rischio è che si produca, in futuro, una perdita di risorse ambientali e idrogeologiche capace di sostenere lâattuale volume di produzione. Credo che una regolamentazione degli impianti di nuova produzione del kiwi dovrebbe trovare dâaccordo anche gli stessi produttori, perché se da un lato non câè nessuna volontà di intervenire per ridurre lâattuale produzione, dallâaltro lato si evita il rischio di determinare fenomeni di sovrapproduzione con evidenti ricadute negative anche sul prezzo».