Seconda udienza, stamane, al Tribunale di Cassino, per il processo a carico di Chiara De Marchis, nata a Priverno, ma residente a Roccasecca dei Volsci.

La 38enne cittadina rocchigiana, iscritta e attivista dei Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il Comunismo, deve rispondere dell’accusa di “Offesa all’onore del Presidente della Repubblica”.

I fatti risalgono a tre anni fa.

Esattamente al 15 marzo del 2014, quando l’allora Capo dello Stato, oggi senatore a vita, Giorgio Napolitano, era in visita a Cassino per la ricorrenza del 70esimo anniversario della distruzione della Città martire.

In una città blindata, Chiara De Marchis con l’uso “non autorizzato” di un megafono, avrebbe affermato, amplificando la voce con il megafono, “Napolitano non è il mio presidente”.

In una nota, diffusa dal movimento dei Carc, si ricordano i fatti del 15 marzo 2014 e come Chiara De Marchis avesse violato le prescrizioni della Questura di Frosinone, che vietavano tassativamente l’uso di “mezzi di diffusione sonora”.

E oggi, a sostegno di Chiara De Marchis, ma anche per manifestare la volontà e le idee del movimento, a Cassino, durante l’udienza in Tribunale, è prevista una mobilitazione del movimento.

Manifestazione, che avrà anche un secondo momento, proprio a Roccasecca dei Volsci, dove è residente Chiara, il 26 febbraio, in una nota trattoria del piccolo centro collinare ausono, dove si terrà una cena di finanziamento per sostenere “le spese legali” a favore di Chiara De Marchis.

Insomma, gli attivisti del Carc si stanno dando da fare per difendere in ogni modo la loro compagna, in attesa che si concluda l’iter giudiziario a suo carico davanti ai giudici di Cassino.