Sulle montagne circostanti Sonnino si trovano quattro rifugi in legno, la cui gestione è affidata alle associazioni attive sul territorio. Quei rifugi sono diventati indispensabili come luogo di accoglienza per le escursioni e di riparo in caso di problemi atmosferici. Perché, non va dimenticato, che sulle alture sonninesi sono stati tracciati diversi sentieri, che, da tempo, accolgono un turismo forestiero, attratto dalla bellezza del territorio montano ausono e anche dalla possibilità di svolgere attività ricreative e sportive, tipiche della montagna. Uno dei rifugi - quello esistente sul monte Peschio - inaugurato il 3 luglio dello scorso anno porta il nome di Rifugio “Gasperone” dal nome del famoso brigante sonninese Antonio Gasbarrone o Gasperone. Tutto bello. Tutto perfetto. Ma, purtroppo, mancava una delle cose più importanti, dopo un’escursione in montagna: l’acqua. Certo, portare l’acqua della sorgente lassù sarebbe stato un autentico problema. E allora, se l’acqua non arriva dalla tubatura, arriva dal cielo. Di qui, la decisione di trovare il modo per conservarla. Se raccogliere l’acqua piovana poteva non rappresentare un problema, il mantenimento un problema lo era veramente. E allora al Rifugio “Gasperone”, nell’ultimo fine settimana, è stato portato un fusto metallico, capace di contenere una discreta quantità di acqua. Con non poca fatica, quelli che ormai si definiscono “i briganti” - Daniele Coletta, Marco Tatarelli, Cristiana Gianfelice, Giovanni Di Micco e Michele Iacovacci - hanno portato fin lassù e messo in sicurezza la cisterna che garantirà acqua agli escursionisti.