Nella giornata del 10 ottobre, sullâAlbo pretorio del Comune di Nettuno è comparsa lâordinanza - datata 6 ottobre - con la quale il sindaco di Nettuno ha concesso dieci giorni di tempo, dalla notifica della stessa, per la demolizione del blocco sopraelevato dello stabile pericolante di via Gorizia.
La notizia era già nota, ma la pubblicazione dellâordinanza ha dato contezza di quali siano le reali problematiche dellâedificio e della zona circostante, visto che allâatto firmato da Casto sono allegate le considerazioni rese dallâingegnere Maurizio Basile, incaricato dallâente per redigere una perizia.
Il professionista, nello specifico, ha parlato dei cedimenti mostrati dal palazzo compreso fra via Gorizia, via XXIV Maggio e via IV Novembre, ribadendo come gli stessi âsiano senza dubbio attribuibili agli eccezionali incrementi di carico determinati dalla realizzazione della sopraelevazioneâ: in particolare, lâingegnere rimarca come sia stata riscontrata âuna situazione di danno strutturale gravissimo, sicuramente in evoluzione e con concreta probabilità di crolli parziali e anche totali dellâintera struttura anche a breve termineâ.
Insomma, secondo il professionista incaricato dal Comune la situazione potrebbe precipitare da un momento allâaltro e potrebbe avere conseguenze davvero catastrofiche. âPer le caratteristiche urbanistiche dellâarea - si legge nellâordinanza con riferimento al parere dellâingegnere - lâeventuale crollo coinvolgerebbe con assoluta certezza anche i vicini edifici limitrofi non sgomberati; esiste pertanto un gravissimo pericolo per la incolumità e la sicurezza pubblica, nonostante lâopportuno transennamento viario già posto in attoâ. Insomma, secondo lâingegnere occorre effettuare una demolizione controllata dellâintero blocco sopraelevato per alleggerire il carico sui muri portanti e, in seconda battuta, consolidare il resto dellâedificio.
Per questo, il sindaco Angelo Casto ha firmato lâordinanza che intima alle due proprietarie degli immobili di abbattere la parte sopraelevata della palazzina, ricordando che, qualora lâordinanza non venisse rispettata, âeventuali danni a persone o cose saranno a caricoâ dei destinatari dellâatto.
Va evidenziato, in chiusura, che le due proprietarie degli immobili possono promuovere un ricorso innanzi al Tar del Lazio entro 60 giorni dalla notifica del provvedimento.