Sarà l'editorialista del Corriere della Sera Pierluigi Battista il primo ospite dell'iniziativa "Aperitivo con l'autore" organizzata dal Circolo Folò. Battista presenterà il suo ultimo libro "Mio padre era fascista" presso il locale Bacco e Venere di Latina il 12 febbraio prossimo alle ore 18. Parleranno del libro, insieme a Battista, i giornalisti Francesca Fasani e Michele Marangon.

MIO PADRE ERA FASCISTA. «Quando, dopo la sua morte, ho letto il diario che aveva custodito nel segreto per tutta la vita, mi è parso di avere una percezione più chiara del tormento che ha dilaniato per decenni mio padre fascista, prigioniero a Coltano dopo aver combattuto, ventenne o poco più, dalla parte dei "ragazzi di Salò". «Ho capito che cosa abbia rappresentato per lui il dolore di essere stato internato in quel campo per i vinti della Rsi vicino alla "gabbia del gorilla" in cui era rinchiuso Ezra Pound. Ho capito quanto abbia sanguinato il suo cuore di sconfitto, di "esule in Patria" nell'Italia in cui era un borghese integrato, maniacalmente attaccato alla civiltà delle buone maniere, ma covando il sentimento di un'apocalisse interiore da cui non si sarebbe mai affrancato. Ho capito quanto sia stata aspra e dolorosa la mia rottura con lui e quanto mi pesi, ancora oggi, il fardello di una riconciliazione mancata. «Allora ho pensato che fosse giunto il momento di raccontare, con i miei occhi e il mio modo di sentire le cose della vita, chi fosse mio padre fascista e cosa pensasse nell'Italia che non credeva più nei miti in cui lui era cresciuto. Che rapporto ricco e difficile avesse instaurato con i suoi figli. Che cosa abbia significato per me essere figlio di un fascista, e vergognarsi di avere provato vergogna per i padri che abbiamo tradito andandocene da un'altra parte, e che invece hanno vissuto con dignità, coraggio e coerenza la loro solitudine. «Per scoprire, alla fine, che gli esseri umani non sono monoliti, figure unidimensionali sulle quali incollare un'etichetta semplificatrice, ma persone vitali e vitalmente piene di contraddizioni. E per capire che i concetti più cari a noi italiani, la "parte giusta" e la "parte sbagliata", sono molto più friabili e complicati di quanto ci piacerebbe immaginare.» Pierluigi Battista riapre le ferite di un rapporto irrisolto con il padre fascista, e gli concede idealmente l'onore delle armi. Così, riannoda i fili spezzati di una tormentata vicenda familiare e trova un modo adulto di confrontarsi, in un libro indimenticabile, con un pezzo non meno tormentato della nostra storia.

PIERLUIGI BATTISTA: Nato a Roma, il 3 luglio 1955. Giornalista. Del Corriere della Sera, di cui è stato vicedirettore dal 2004 al 2009. Già vicedirettore di Panorama. Ai tempi della Stampa, grande successo con la rubrica “Parolaio”. Tra i suoi libri: La fine dell’innocenza (Marsilio 2000), Il partito degli intellettuali (Laterza 2001), Il fattore R (Rizzoli 2003, con Alberto Ronchey), Cancellare le tracce. Il caso Grass e il silenzio degli intellettuali italiani dopo il fascismo (Rizzoli 2006). In tv ha condotto Batti e ribatti (Raiuno) nel 2004 e Altra storia (La7) dal 2003 al 2007, per tre edizioni. Nel 2013 ha pubblicato per Rizzoli La fine del giorno: «il diario scritto dopo la morte di Silvia, compagna di vent’anni di vita e madre di sua figlia Marta. Sceglie di raccontare in terza persona, discretamente, sommessamente, ma senza mai simulare un distacco impossibile: parla di P. e di Silvia, messi di fronte alle prove inflitte da una malattia crudele che si porta via Silvia a cinquantadue anni» (Nicoletta Tiliacos) [Fog 12/4/2014]. Da ultimo, sempre per Rizzoli, # I libri sono pericolosi. Perciò li bruciano (2014).