Tornano lentamente dai paradisi fiscali i tasselli che aiutano a capire dove è finito il fiume di denaro che ha portato Midal spa alla bancarotta, il peggiore caso di spoliazione di una grande azienda mai registrato in provincia. Lo scandalo è esploso nel 2011 ma le verità peggiori stanno arrivando adesso in una coda avvelenata del crac che risulta peggiore della coda. Il Tribunale delle imprese ha autorizzato il sequestro preventivo di 4 milioni di euro che sono l’equivalente di polizze accese da Paolo Barberini, ex amministratore delegato di Midal e imputato per bancarotta fraudolenta in concorso con gli altri amministratori e controllori della società. I soldi sono rientrati in Italia grazie allo scudo fiscale, ma poco prima del fallimento Midal Barberini li ha investiti presso la finanziaria Cardusio dove la scorsa estate li ha bloccati anche la Procura di Latina. Adesso arriva anche il sequestro preventivo accordato dal Tribunale delle Imprese di Roma su ricorso degli avvocati Arnaldo Falconi e Mauro Orlandi per conto della curatela del fallimento Midal e a tutela dei creditori.

(Articolo completo su Latina Oggi del 16 febbraio 2016)