C’era un vero e proprio patto nella seconda parte dell’inchiesta «Pay to drive», che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di 104 persone nei cui confronti adesso è stata chiusa l’inchiesta. Un funzionario della Motorizzazione Civile in concorso anche con alcuni titolari di diverse autoscuole, si mettevano d’accordo per respingere una percentuale precisa di candidati durante l’esame di teoria. La mossa era strategica e proepedutica, secondo gli investigatori, per alimentare i traffici illeciti.
Una volta che il candidato veniva bocciato, in un secondo momento veniva contattato con la promessa di superare la prova ma in cambio di somme di denaro. E’ questo quello che è contenuto in alcune intercettazioni telefoniche che sono agli atti dell’inchiesta e fanno parte delle quasi tremila pagine con cui gli investigatori della polizia stradale di Latina e della sezione di polizia giudiziaria, sono riusciti a tracciare sulla scorta di quello che hanno acquisito dal 2010 al 2011.

Tutti i dettagli nell'edizione di Latina Oggi del 12 marzo 2016