Una mia amica è stata picchiata dal marito. Aveva denunciato tutto ma i carabinieri non le hanno voluto credere. Comincia più meno così la storia alla base di una truffa che ha fatto in poche ore il giro dei social network e porta dritta a Terracina. La storia è di quelle che attirano subito l’attenzione e ora sul caso sta indagando la Procura della Repubblica di Latina.
Inizia tutto pochi giorni fa quando il profilo Facebook di una tale Melissa P. racconta sui social la storia della sua amica Claudia. Una vicenda di sofferenze, di maltrattamenti nelle mura domestiche. Ma - si scoprirà più tardi - è tutto un raggiro. Melissa P. scrive che l’amica ha subito minacce in casa e che è andata a raccontare tutto ai carabinieri, chiedendo protezione. Ma le forze dell’ordine non avrebbero risposto all’appello della donna, rimandandola a casa come se nulla fosse. Il compagno allora l’avrebbe picchiata provocandole ferite al volto. A quel punto è scattata la campagna sui social network: da una parte la solidarietà alla fantomatica vittima, dall’altra gli insulti ai carabinieri per un’omissione che in realtà non c’è mai stata.
Sul web, in poche ore la pagina Facebook creata per esprimere vicinanza alla vittima, raggiunge circa 1.400 iscritti. La truffa può entrare nel vivo. Melissa, sfruttando lo spirito di solidarietà dei componenti della pagina, chiede un aiuto economico alla “rete”. Fornisce gli estremi di una carta su cui versare soldi per aiutare l’amica in difficoltà, garantisce. Ha bisogno di un avvocato, serve un aiuto economico. Ma la storia appare singolare, qualcuno si insospettisce e scattano gli accertamenti. La Procura di Latina accende i fari sulla vicenda e scopre la truffa, secondo un metodo consolidato che sfrutta le nuove tecnologie, le ingenuità degli utenti dei social e la solidarietà. Ora sono in corso le indagini per risalire all’autore materiale del raggiro. Perché la storia, i suoi protagonisti, le vicende, il mancato intervento dei carabinieri, quello è tutto finto.